Zelensky sbaglia e perde, ma nessuno osa dirglielo

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alessandro Orfini
Fonte: Il Fatto Quotidiano

Zelensky sbaglia e perde, ma nessuno osa dirglielo

Zelensky ha chiesto i missili Tomahawk che colpiscono fino a 2.400 km. Biden ha rifiutato per paura della reazione della Russia. Zelensky ha assicurato che userebbe i Tomahawk soltanto se Putin rifiutasse di fermare la guerra. Biden ha ribadito il suo diniego poiché ha capito che per ogni proiettile della Nato che l’Ucraina lancia contro la Russia, la Russia lancia dieci proiettili contro l’Ucraina. Nel linguaggio scientifico si chiama “proposizione bivariata”: “Quanto più grande è il volume di fuoco dell’Ucraina contro la Russia, tanto maggiore è il volume di fuoco della Russia contro l’Ucraina”. Biden ha capito anche che la Russia, colpita in profondità, colpirebbe le basi americane. Tutto questo mentre l’Iran promette di bombardare Israele per la terza volta e Kim Jong-un testa il suo missile intercontinentale: 86 minuti di volo prima di inabissarsi nel Mar del Giappone. È il messaggio di Kim a chi pensa di punirlo per l’invio di soldati a Kursk.

La Cina, contro tutte le previsioni dei media italiani, si schiera ancora una volta con Putin. Russia e Corea del Nord – dice Pechino – sono liberi di fare gli accordi che vogliono. Altro che isolamento della Russia. La posizione della Cina è che la guerra in Ucraina sia colpa della Nato. Davanti a un’alleanza così impressionante, Zelensky propone di sconfiggere la Russia, la Cina e la Corea del Nord, con qualche Tomahawk in territorio russo. La domanda è: perché Zelensky presenta un numero così grande di idee assurde?

Zelensky vede il crollo avvicinarsi. Sapendo di essere spacciato, deve preparare il terreno per dire: “Cari concittadini, avrei potuto sconfiggere la Russia agevolmente, ma gli Stati Uniti mi hanno negato i missili”. I russi hanno conquistato 278 km quadrati nell’ultima settimana in Donbass: mai così tanti dall’inizio della guerra. Più si avvicina il crollo, più Zelensky si affretta a scaricare le colpe sui divieti americani. Il 6 agosto scorso, nel giorno in cui Zelensky invase la regione di Kursk, questa rubrica fece la seguente previsione: “Per ogni passo avanti, l’Ucraina farà due passi indietro”. Messo il piede a Kursk, i due passi indietro sono stati rapidissimi. Il primo passo indietro è stato il crollo delle roccaforti ucraine in Donbass a una velocità mai vista prima. Il secondo passo indietro è stata la decisione di Kim Jong-un di inviare circa 10mila soldati nordcoreani a Kursk. Qualunque cosa faccia, Zelensky sbaglia poiché l’unica cosa giusta che dovrebbe fare è riconoscere di non avere nessuna possibilità di liberare i territori conquistati dalla Russia. Può soltanto perderne di nuovi. In una società libera, con un sistema dell’informazione funzionante correttamente, una conclusione di questo tipo si troverebbe su quasi tutti i quotidiani.

Invece la narrazione dominante in Italia è ancora che la Nato debba continuare a esecrare la diplomazia e inviare soltanto armi. Nell’attesa che la stampa italiana svolga il ruolo che la società libera le assegna, stabiliamo un primo punto fermo in base all’osservazione emotivamente distaccata della realtà: le politiche di Mario Draghi e di Giorgia Meloni, basate sullo scontro all’ultimo sangue con la Russia, hanno causato la distruzione dell’Ucraina e il suo smembramento irrimediabile. Prima di sentirlo dire ai media dominanti, dobbiamo aspettare che l’informazione libera arrivi anche in Italia. L’attesa potrebbe essere lunga. La distruzione dell’Ucraina, invece, è già arrivata.

I media italiani usano l’idealismo e il realismo in base alla convenienza. Quando devono giustificare le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale da parte delle democrazie occidentali, ricorrono al realismo: “La politica internazionale funziona così, nessuno può farci niente. Il conflitto israelo-palestinese ha le sue dinamiche immutabili radicate nei decenni”. Quando, invece, deve giustificare gli errori colossali delle democrazie occidentali, come l’errore di spingere l’Ucraina in una guerra all’ultimo sangue con la Russia, ricorre all’idealismo: “Non è giusto che la Russia abbia invaso l’Ucraina. È una vergogna! Dove andremo di questo passo? È una questione ideale. I principi etici vanno difesi”.

Il grande sociologo Robert Merton chiamava “alchimismo morale” questo modo cinico e spregiudicato di manipolare la morale in base alla convenienza del momento. Che cosa impariamo dall’informazione in Italia sulla guerra in Ucraina? Ciò che Machiavelli ha già insegnato tanto tempo fa: nella lotta per il potere, il giusto coincide con l’utile. Per la Nato era utile usare gli ucraini in una guerra con la Russia. Quindi è stato giusto alimentare la guerra fino all’ultimo ucraino. Così dicono i media italiani. Il problema è che Zelensky dovrà spiegarlo agli ucraini.

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