Fonte: Minima Cardiniana
ZAR PUTIN ALLA CONQUISTA DEL MONDO
LA LEZIONE FANTAGEOPOLITICA ZELENSKYANA
Nei giorni scorsi, il presidente ucraino è stato ospite del programma televisivo in stile mini-talk Cinque minuti, in onda su Rai 1 e condotto dal giornalista Bruno Vespa, all’indomani del missile che lo ha sfiorato a Odessa.
Nei pochi minuti a disposizione, il glorioso Volodymyr ha impartito a tutti una straordinaria lezione di guerra e di strategia geopolitica, sostenendo, in prima battuta, che “una tregua gioverebbe solo a Putin”. Non al popolo e al territorio ucraino, martoriati da una guerra surreale e artificiosamente costruita. E non ai comuni mortali di questa valle di lacrime, estremamente preoccupati dai focolai di tensione che stanno deflagrando in varie parti del globo e che rischiano, in assenza di vera diplomazia ma altresì in abbondanza di mania guerrafondaia, di scatenare una terza guerra mondiale che significherebbe, con ogni probabilità, l’apocalisse nucleare. Di negoziati per giungere finalmente a un accordo (e dunque alla pace) neanche a parlarne. Sarebbe una sconfitta.
Zelensky ha ringraziato la premier Giorgia Meloni, con la quale si è stabilito “un rapporto molto forte”, visto che entrambi sostengono all’unisono – una “percezione” corroborata dai piani alti e bassi della Nato, a partire da Jens Stoltenberg – che, dopo l’eventuale “conquista” dell’Ucraina, le mire espansionistiche di Putin potrebbero arrivare a coinvolgere il Portogallo, nel progetto ambizioso di raggiungere uno sbocco sull’Atlantico.
Per questo motivo – ovvero per inibire sul nascere le fantasie del tiranno 2.0 – Zelensky ha bisogno degli aiuti di Meloni, Sunak, Macron, Scholz, Biden e del G7 per “difendere il diritto internazionale e il rispetto dei diritti umani”. Quei diritti umani che trovano una straordinaria applicazione per esempio in Ucraina, un paese che – come ben sappiamo – si nutre di democrazia e trasparenza.
Per tornare alla tregua che non s’ha da fare, il Bravo Zelensky sa bene che la sconfitta dell’Ucraina significherebbe la sconfitta dell’Europa, quindi probabilmente dell’intero Occidente. Quindi le armi, oltre ai denari, sono necessarie. Lo ha ribadito anche la presidente ricandidata della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che appena qualche giorno fa ha sostenuto la necessità di “fabbricare armi come i vaccini” per sconfiggere la Russia, un modo come un altro per assicurare una buona percentuale di crescita del PIL dei paesi militarmente e farmaceuticamente più attrezzati.
Il grande Volodymyr è sceso perfino nei dettagli nel descrivere la strategia di conquista globale da parte di Putin: la Russia vuole invadere la Moldavia, poi i Kazakistan e i Paesi baltici.
Per concludere – questo fuori dai cinque minuti, e pure dalla grazia di Dio – che il papa non deve permettersi di parlare di bandiera bianca e di proporre un negoziato per il cessate il fuoco. La pace è guerra, la guerra è pace.
Una lezione, quella del presidente ucraino, che in meno di trecento secondi ha prospettato i destini tragici del mondo. Se non fosse tutto così tragicamente reale, diremmo che è un bravissimo attore.