Violante e compagni, dove si nasconde la sinistra e che cosa la distingue dalla destra?

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Lucia Del Grosso
Fonte: Lucia Del Grosso
Url fonte: http://www.luciadelgrosso.it/?p=2241

di Lucia Del Grosso – 15 ottobre 2015

Ieri sera Violante, ospite di Mentana con Montanari, ha esordito alla grande: occorre riformare la Costituzione perché nella corsa alla competizione globale la democrazia deve essere decidente. Tradotto vuol dire che non si può perdere tempo nella discussione, nella concertazione, nella composizione dei conflitti, ci sono decisioni che devono essere prese, chi ci sta, ci sta. Cioè secondo Violante il processo decisionale non è una scelta tra diverse opzioni, ma un adattamento il più rapido possibile a logiche obbligate. Insomma una ratifica che non deve richiedere tempi morti in discussioni. Azz!

Ma ha infilato anche quest’altra perla: siccome Montanari ha sostenuto, giustamente, che il problema non sono le regole costituzionali, ma l’insipienza della classe politica, allora Violante ha risposto che non possiamo aspettare che la classe dirigente cambi, si fa prima a cambiare la Costituzione. E ha sottolineato questo ardito concetto con una stravagante metafora: tempo ce ne vuole per cambiare i guidatori perciò cambiamo la macchina. Montanari forse era troppo concentrato per mettersi a ridere. Come affidare una macchina nuova e più funzionante a chi non sa guidare: vecchia o nuova, funzionante o catorcio, sempre contro un muro la farà schiantare.

Ne ha dette tante una peggio dell’altra, cito questa che è proprio grossa: non siamo stati capaci nemmeno di eleggere un Presidente della Repubblica. Si riferiva alla rielezione di Napolitano, si è dimenticato dell’elezione di Mattarella che non è stata problematica più di tanto. Quindi secondo Violante il siluramento prima di Marini e poi di Prodi è colpa della Costituzione, non di un oscuro disegno per impedire un governo di Bersani e aprire la strada alle larghe intese. Nella prossima lettura della Divina Commedia Benigni metterà i 101 in Paradiso, ingiustamente calunniati per aver silurato Prodi mentre la colpa era, guarda un po’, della Costituzione, così può giustificare poeticamente il suo SI’ alla riforma Boschi.

Ma mentre ascoltavo Violante, più che a ribattere in mente mia alle sue sconcertanti argomentazioni, pensavo a quelli che, nel PD e anche a sinistra del PD (Pisapia per esempio) insistono con la litania della ricostruzione del campo di centrosinistra. Come se il campo di centrosinistra fosse ancora una terra pronta per essere arata, basta solo spargere un po’ di pesticidi e diserbanti per debellare l’erba cattiva renziana.

C’era una volta il centrosinistra e i suoi elettori che consideravano la democrazia un terreno dove donne e uomini immaginavano il futuro e partecipavano con passione ad orientare le scelte verso un orizzonte di libertà e uguaglianza. Ora, stretta la foglia e larga la via, c’è Violante che dice che il futuro è quello dettato dai processi imperscrutabili della globalizzazione e dalla finanza e che l’opzione è tra decisioni più rapide su quel solco o più lente. E c’è anche Cuperlo che, pur consapevole di questo triste destino, preferisce non stressare la Nazione con un NO, Come ha ribattuto ad un incredulo Aldo Giannuli che gli chiedeva conto della sua irresolutezza nel corso di una trasmissione. E non finisce qui, perché c’è una vasta area di elettori del centrosinistra assatanati di decisionismo e insofferenti ai riti della democrazia.

Di grazia, dov’è questo campo del centrosinistra da far rifiorire rigoglioso?

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