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Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro
possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il
viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: “Non
c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che
non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in
primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è
visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le
messi verdi… (continua),
il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non
c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per
tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio.
Sempre. Il viaggiatore ritorna subito.
José Saramago
2 commenti
Il viaggio
di Fausto Corsetti
Appartiene a
ciascuno di noi, inizia dalla nascita: il viaggio. Ognuno di noi viaggia, ogni
giorno, ora, minuto; cresce, apprende nuove cose e ne perde altre. I percorsi
di noi persone comuni non saranno scritti nelle letterature o nei libri di
storia, ma ognuno di noi intraprende una strada di vita che a sua volta si
intreccia con quella di molti altri. Spesso il significato del viaggio è
soprattutto nella sua direzione e la sua meta può materializzarsi in modo
imprevedibile e talvolta può addirittura sfuggire, può essere perennemente e
vanamente inseguita.
La vita
germoglia proprio dentro ciascuna delle cose che abitano il tempo e lo spazio; è
mimetizzata dietro al volto di quanti incrociano i nostri passi, si alimenta
dei sentimenti, delle illusioni, delle passioni, delle sconfitte che affollano
il cuore di quanti osano mettersi in cammino.
Sovente ci
accade di vivere e di non accorgersene, di aspettare e di non riuscire a riconoscere,
di intraprendere e di restare, comunque, insoddisfatti.
Il sentiero
della vita non è tracciabile, non è mai riconoscibile prima di essere percorso.
E’ simile al volo di un gabbiano nel cielo, alla rotta di una barca sul mare:
la traccia c’è, è riconoscibile, ma soltanto dopo, anzi proprio mentre si
realizza.
Ricorda
l’amore. Rimane misterioso il suo percorso, si realizza esattamente nel momento
in cui si offre. Il cammino di un uomo e di una donna resta indefinibile,
misterioso, eppure è avvolgente, appagante perché impastato di desiderio e di
memoria, di passione e di nostalgia, di fisicità e di evanescenza, di
provvisorietà e di eterno, di riconoscimento e di meraviglia.
E non c’è
viaggio migliore di quello in cui si impara a lasciar scivolare dentro,
nell’intimità, voci, luci, luoghi, sentimenti, timori, silenzi e spazi…
consapevoli, alla fine, che nessun viaggio è definitivo.
La gioia o
la delusione non vengono da fuori: affiorano dal proprio profondo.
Ciò che
sazia è il desiderio. Ciò che soddisfa è l’inedito. Ciò che assicura pienezza e
gioia è la capacità di cercare e di stupirsi per tutto ciò che c’è di nuovo nella
vita e nei volti di coloro che la affollano.
Passare di
luogo in luogo, di viaggio in viaggio, di passione in passione, di cuore in
cuore, non è difficile, ma la scommessa, la sfida è un’altra: cercare,
riconoscere, accogliere, far durare ciò che provvisorio non è, e che indossa
tanto, tanto spesso le vesti della fragilità e del non evidente.
Il percorso,
il cammino non è già tracciato e nessun viaggio è definitivo: anzi, il miglior
viaggio è, incredibilmente, quello incompiuto.
Basta saper
ricominciare.
RICOMINCIARE…
di Fausto Corsetti
Appartiene a ciascuno di noi, inizia dalla nascita: il viaggio. Ognuno di noi viaggia, ogni giorno, ora, minuto; cresce, apprende nuove cose e ne perde altre. I percorsi di noi persone comuni non saranno scritti nelle letterature o nei libri di storia, ma ognuno di noi intraprende una strada di vita che a sua volta si intreccia con quella di molti altri. Spesso il significato del viaggio è soprattutto nella sua direzione e la sua meta può materializzarsi in modo imprevedibile e talvolta può addirittura sfuggire, può essere perennemente e vanamente inseguita.
La vita germoglia proprio dentro ciascuna delle cose che abitano il tempo e lo spazio; è mimetizzata dietro al volto di quanti incrociano i nostri passi, si alimenta dei sentimenti, delle illusioni, delle passioni, delle sconfitte che affollano il cuore di quanti osano mettersi in cammino.
Sovente ci accade di vivere e di non accorgersene, di aspettare e di non riuscire a riconoscere, di intraprendere e di restare, comunque, insoddisfatti.
Il sentiero della vita non è tracciabile, non è mai riconoscibile prima di essere percorso. E’ simile al volo di un gabbiano nel cielo, alla rotta di una barca sul mare: la traccia c’è, è riconoscibile, ma soltanto dopo, anzi proprio mentre si realizza.
Ricorda l’amore. Rimane misterioso il suo percorso, si realizza esattamente nel momento in cui si offre. Il cammino di un uomo e di una donna resta indefinibile, misterioso, eppure è avvolgente, appagante perché impastato di desiderio e di memoria, di passione e di nostalgia, di fisicità e di evanescenza, di provvisorietà e di eterno, di riconoscimento e di meraviglia.
E non c’è viaggio migliore di quello in cui si impara a lasciar scivolare dentro, nell’intimità, voci, luci, luoghi, sentimenti, timori, silenzi e spazi… consapevoli, alla fine, che nessun viaggio è definitivo.
La gioia o la delusione non vengono da fuori: affiorano dal proprio profondo.
Ciò che sazia è il desiderio. Ciò che soddisfa è l’inedito. Ciò che assicura pienezza e gioia è la capacità di cercare e di stupirsi per tutto ciò che c’è di nuovo nella vita e nei volti di coloro che la affollano.
Passare di luogo in luogo, di viaggio in viaggio, di passione in passione, di cuore in cuore, non è difficile, ma la scommessa, la sfida è un’altra: cercare, riconoscere, accogliere, far durare ciò che provvisorio non è, e che indossa tanto, tanto spesso le vesti della fragilità e del non evidente.
Il percorso, il cammino non è già tracciato e nessun viaggio è definitivo: anzi, il miglior viaggio è, incredibilmente, quello incompiuto.
Basta saper ricominciare.