Verso le elezioni a Campobasso (2): un’opportunità per la sinistra

per mino dentizzi
Autore originale del testo: MINO DENTIZZI

di Mino Dentizzi, 16 novembre 2018

Nel Molise le elezioni politiche del 2018 e le successive regionali avvenute ad aprile hanno mostrato in maniera chiara ed indiscutibile  che la sinistra  è in via di smantellamento e  si è trasformata in una categoria politica rissosa, che fa riferimento esclusivamente a se stessa, trascurando o perdendo ogni rapporto con la realtà esterna e la complessità dei problemi, e che ormai si caratterizza per personalismi e inadeguatezza.

Quella che si era presentata alla competizione elettorale era una sinistra inaridita e inerte, specchio delle sue classi dirigenti che da qualche tempo non riflettono sulle cause e sulle conseguenze del regresso del Molise e dei suoi paesi: dalla decrescita demografica all’invecchiamento della popolazione, dall’emarginazione sovrastrutturale alla estinzione del lavoro. Una regione morente con una sinistra morente.

Dopo quelle elezioni da tanti fu ammesso che erano state le più brutte campagne elettorali mai avvenute. Ma poi nella analisi postvoto scompariva quello che era tragicamente chiaro e cioè che la sinistra oltre che aver perso  le elezioni,  aveva ed ha smarrito un’idea del territorio e della città e di non sapere più interpretare i cambiamenti della società e che da tempo ha cessato di misurarsi con le contraddizioni. E così ha vinto una destra che sebbene anch’essa senza progettualità, è stata in grado di chiamare a raccolta sulla frattura con il passato, di realizzare un’aggregazione sociale gonfiando sfiducie e insicurezze.

La domanda di discontinuità manifestata da questo voto deve assolutamente essere presa in considerazione dalla sinistra: discontinuità che può, anzi deve, avere inizio dalle città: nelle città, nei paesi, nelle periferie  fanno irruzione gli effetti sociali della globalizzazione. Le città divengono simultaneamente gli immondezzai delle contraddizioni globali e le officine dove congegnare  interventi e scoprire originali soluzioni. In Molise, nonostante la diaspora d’intelligenze  ci sono tuttora buone pratiche, esperienze, capacità professionali e in tanti, nonostante la delusione se non il disgusto causato dalla mala politica, sono anche adesso pronti a collaborare e a condividere progetti e saperi.

Bisogna costruire uno spazio per riparlare ciò che da molto tempo non è più all’attenzione: dal lavoro alla scuola, ai quartieri, alle periferie, ai mutamenti sociali, alla diffusione delle povertà. I tempi, inutile dirlo, non sono agevoli ne semplici: si è fatta largo una tendenza generale alle narrazioni piuttosto che alla concretezza. Nel giro di pochi anni si è compiuta una metamorfosi antropologica delle culture, dei comportamenti, dei principi, dei sensi comuni. E’ semplicistico e da sprovveduti immaginare di poter cambiare il presente in poco tempo senza un originale e appassionato movimento sociale tutto da venire, ma bisogna iniziare a esserne consapevoli e non solo spettatori inermi,  scoraggiati o atterriti.

L’occasione delle elezioni comunali per la città di Campobasso, e non solo, può essere un momento utile per partire e ragionare.

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