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IL SENSO DEL VENTO
di Fausto Corsetti
Leggere le parole scritte dal primo vento caldo che accarezza – talora anche con particolare vigore – un campo di grano ormai prossimo alla mietitura: avete mai provato?
Quegli steli fragili, ma preziosi, vanno, vengono, si affliggono, si rialzano, si lasciano piegare senza spezzarsi, si sostengono reciprocamente. Per un attimo tutto cessa, poi tutto riprende. Il vento torna a scrivere le sue parole su quella superficie, su quel foglio di sole tanto flessibile e tenace. E tutto ricomincia.
Immobili, si può rimanere a guardare per lungo tempo un tale “raccontare” che non affatica. Lo sguardo insegue l’oscillare continuo di linee improvvise e disegni imprevedibili, nel difficile tentativo di riconoscere forme familiari o di interpretare parole dette e subito sostituite da una mano invisibile, ma pur in grado di evocare racconti lontani insieme a emozioni primordiali e desiderate.
Quante sono le parole dette, non scritte, che restano – o possono restare – sospese, sospinte da un vento che avvolge, interpella, racconta, rapisce, custodisce, consegna. Uscire nel vento, sottraendosi a ritmi vorticosi più o meno imposti dall’esterno, traduce il tentativo di risalire sentieri non tracciati, alla ricerca di fonti inesauribili, ed esprime il desiderio di apprendere linguaggi che sappiano costruire legami, possibilità nuove di comunicazione, travaso di confidenze, condivisione di silenzi e di sintonie altre.
Camminare in spazi ancora da esplorare, legarsi al passo di chi cerca esempi piuttosto che maestri e andare insieme avanti, oltre, sospinti da quel vento interiore che porta verso ciò che è nuovo, non stanca mai.
Tutto ha voce, tutto è voce per chi sa ascoltare, fare spazio, spalancare, lasciar entrare luci, oscurità, suoni, silenzi, profumi, colori.
Immensa come la luce, densa come la notte è la vibrazione del cuore di chi immagina e guarda così profondamente da saper dare senso al vento, che agita non solo vaste distese di grano, e si dimostra pronto a intraprendere cammini che, ad ogni svolta, alludono a mete ancora nuove.
Nella vita tutto muta, continuamente, frequentemente. Ma proprio in questo infinito gioco di trasformazioni tutto può diventare vita se solo si abbia sufficiente immaginazione e forza per tornare a inseguire sentieri che portino al cuore della vita, al cuore delle vite di quanti ci camminano accanto,vicini, a volte legati da un filo invisibile, inconsapevole che può creare unità, scambio, collegamento.