Autore originale del testo: Pietro Sergi
Url fonte: https://www.facebook.com/notes/pietro-sergi/vasco-rosso/1678586808827642/
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di Pietro Sergi – 6 ottobre 2017
Ieri sera sono andato a Ravenna ad ascoltare Pisapia, Bersani e Vasco Errani. Per strada ho provato ad immaginare come sarebbe andata la serata, conoscendo un po’ i protagonisti. Ero giunto alla conclusione che per Pisapia sarebbe stata una trappola, voluta o meno non importa, confrontarsi a Ravenna con Vasco Errani, perché ormai ciò che dice Bersani lo sappiamo, come sappiamo l’affetto e la simpatia che riscuote da parte di tutti noi, ma l’attesa palpabile era per l’irruzione sulla scena di quello che secondo me potrebbe davvero essere la figura che unisce un po’ tutte le anime in pena della Sinistra.
Politicamente, però, fatemelo dire, le corde le ha fatte vibrare forte il Vasco. Per l’ondivago e mai risoluto Giuliano, che non ha certo tradito neppure stasera una discreta permalosità, sono stati dolori ed essere a pochi metri dal suo viso mi ha consentito di ammirarne le espressioni quando nell’ultimo intervento di Vasco Errani si è toccato il tasto dolente dei passi di lato e delle definizioni poco “LEADER di tutti” di Pisapia nei confronti di D’Alema. Pisapia si è più volte lamentato dell’applausometro che sfiorava il rosso quando parlava Vasco. Lamentele che mi ricordavano un po’ come Pasquale Bruno che rivendica i cori benevoli dei Napoletani quando marcava Maradona al San Paolo di Napoli.
Sentir parlare di discontinuità vera, di necessità di andare oltre questo infinito balletto e chiacchiericcio, queste infinite polemiche e mettere davvero la carne sul fuoco, di radicalità nella proposta alternativa e di sentir descrivere bene cosa c’è nel DEF, incalzati da un ottimo De Angelis, che da vero giornalista non ha certo tralasciato i nodi spinosi, riscuotendo a sua volta parecchi applausi da una foltissima e attentissima platea, devo ammettere che mi ha davvero acceso qualche nuova speranza che questo benedetto Quarto Polo possa nascere.
Pisapia, invece, ha parlato di proposte al Governo e di fantomatiche, almeno per noi profani delle vicende economiche, risposte ed aperture da parte del Ministro Padoan, che potrebbero addirittura rendere votabile il DEF. Ha poi detto, anzi non detto nulla sulla domanda di Errani di darsi un mese e mezzo di tempo (campa cavallo, che l’erba cresce…) e però indicare già adesso una data per la convocazione di un’assemblea nazionale unitaria dove mettere nero su bianco: 7 punti netti, chiari, sui quali chi ci sta ci sta!
Penso che un mese e mezzo sia un tempo lunghissimo, perché questo dibattito e questa discussione vanno avanti ormai da parecchi mesi, ma è una proposta chiara con, vivaddio, una scadenza precisa. Niente, neppure su quello Pisapia ha voluto o potuto rispondere. Per ciò che riguarda Bersani, lo dico con tutta la stima e l’affetto che posso avere per una persona come Pierlu, siamo alle solite. Sembra affondare la lama solo quando c’è di mezzo la legge elettorale. La Troika messa sul piatto per tenere aperto un varco nel caso il DEF non riscontri i favori della destra che garantirebbe la tenuta dell’esecutivo; minaccia paventata per giustificare l’eventuale scialuppa lanciata dal salvataggio rosso. Ma quale Troika, se questa legislatura durerà ancora qualche mese? Quali destre al Governo, se la peggior destra liberista, nei fatti, nelle riforme, nelle leggi, nell’assistenzialismo delle mance e dei bonus di Stato sta già al Governo? Poi, carissimo Pierluigi, non è un piccolo drappello rosso che dobbiamo salvare. Quel pochino di rosso che i brutti e cattivi vogliono cancellare. Qui c’è da andare di clava sui problemi e sulle storture che anche pezzi della Ditta hanno contribuito a creare. Non è questione di salvare il piccolo drappello rosso, qui c’è da investire parecchio su un rosso vivo che si prenda l’impegno di tentare, quanto meno, di cambiare la rotta al Titanic Italia ed Europa. Altro che storie!
Per chiudere, io mi auguro che la pazienza di tutti venga finalmente premiata. Spero che i rilievi, le proposte, la spinta che Sinistra Italiana – Possibile stanno producendo per arrivare all’unità vera della Sinistra e a questo benedetto quarto polo possano essere accolte e messe a disposizione del progetto. Basterebbe davvero poco, e cioè che le linee tracciate ieri da Errani trovassero terreno fertile in MdP. Lavoro, eguaglianza, radicalità nelle proposte, un nuovo Welfare universalistico che consenta ai 12 milioni di Italiani che hanno rinunciato a curarsi di poter tornare a farlo, il Job’s Act spazzato via coi suoi Voucher, l’alternanza scuola lavoro chiamata col suo verno nome: sfruttamento; siano le linee guida verso l’unità della Sinistra.
Mi sembra chiaro che le dimissioni di Bubbico e l’entrata in scena di Errani rappresentino una svolta generale, se, ribadisco, in MdP prevarrà la sua linea. Per finire, bello il siparietto finale con Errani che incorona Pisapia e lui che dice, stizzito per le parole di Vasco su D’Alema, che “Stasera ha scelto la platea il leader, e sei tu, Vasco.”