Tutti incontrano tutti, tutti parlano con tutti.
La diplomazia di mezzo mondo è in fibrillazione per l’acuirsi della crisi ucraina.
Primi Ministri e Ministri degli Esteri intensificano le loro iniziative.
C’è chi è andato a Mosca per avere un faccia a faccia con Putin e chi gli telefona ogni giorno; c’è chi è volato fino a Pechino per incontrare Xi Jinping; altri hanno avuto colloqui con i Presidenti Macron e Biden, col Cancelliere tedesco Olaf Scholz e col premier inglese Boris Johnson; altri ancora hanno telefonato più volte al Segretario di Stato americano e al Segretario Generale della NATO.
Il nostro ministro degli Esteri finora ha incontrato solo Beppe Grillo.
Forse sollecitato a darsi una mossa, Luigi Di Maio ha invitato gli italiani ad effettuare viaggi sicuri e ad evitare, se possibile, di recarsi in Ucraina.
A molti, però, non è bastato e comincia a serpeggiare un certo malumore tra chi si aspettava dalla Farnesina un maggiore protagonismo.
Tuttavia io credo che sia opportuno aspettare prima di criticare l’operato del ministro.
La diplomazia, a volte, è capace di sorprenderci, riservandoci delle inimmaginabili sorprese.
Non mi stupirei, infatti, se nel bel mezzo di tante improbabili e convulse trattative, fosse proprio il nostro ministro Di Maio a trovare la mediazione giusta, in grado di mettere tutti d’accordo, con una semplice proposta: liscia, gasata o Ferrarelle?