Una scintilla per la terza guerra mondiale

per Gabriella
Autore originale del testo: James Kunstler
Fonte: comedonchisciotte.org
Url fonte: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=13778

 Di James Kunstler – 13 agosto 2014 ( traduzione Bosque Primario)

Qualsiasi influenza che l’America dovrebbe lasciare in Iraq dovrebbe focalizzarsi sulla ricostruzione della credibilità delle istituzioni nazionali.

Editoriale, The New York Times

Accidenti, non era per questo che in otto anni abbiamo perso 4.500 uomini e speso un miliardo e settecentomila dollari? E a che è servito tutto questo sforzo? La guerra in Iraq è diventata come il sistema finanziario americano, chi l’ha gestita non è stato capace nemmeno di immaginarsi quanto ci sarebbe costata.  Cosa questa che, dal punto di vista politico, ha visto gli USA che si affannavano a scavare buche ovunque e da ognuna di quelle buche uscivano fuori tanti di quei sorci, che è diventato difficile trovare un pezzo di terra dove si possa stare tranquilli e fermarsi a riposare. Saremo fortunati se la vita degli americani non arriverà a somigliare a quella de  “La vendetta degli uomini-talpa”.

Tutto l’arco di questa storia tende solo ad una probabile conclusione : il giorno terribile in cui l’ ISIS (abbreviazione di quello che vogliono) prenderà possesso della Green Zone USA di Baghdad. Non credete che quello sarà uno spettacolo nauseante? Forse avverrà giusto in tempo per le elezioni USA del 2014. E che cosa pensate si potrà dire alla prima riunione politica nella war room della Casa Biancail giorno dopo (l’elezione del prossimo Presidente)?

Credete che ci sarà qualcuno che comincerà a spiegare che gli USA si sono voluti prendere una pausa prima di intraprendere altre operazioni in tutto il Medio Oriente e nella Regione del Nord-Africa? Personalmente raccomandarei di restare dietro le quinte, di non fare niente, di aspettare per vedere cosa succede – perché tutto quello che abbiamo fatto finora ha solo portato distruzione per uomini e cose. Facciamo una ipotesi : l’ISIS finisce per consolidare il suo potere in Iraq, Siria, e in qualche altro posto. Nell’intera regione si vivrà una dimostrazione molto colorata di quello che significa vivere sotto un dispotismo psicopatico in stile 11° secolo. A fine dimostrazione la gente – quella che sarà sopravvissuta aun’orgia di decapitazioni e di crocifissioni – potrà decidere se gli piace. Una esperienza potrebbe essere chiarire meglio le idee.

In ogni caso, quello a cui stiamo assistendo inMedio Oriente – a quanto pare all’insaputa di giornali e  telegiornali – alla maggioranza della popolazione ormai ha superato ogni limite:  caos, omicidi, collasso dell’economia. La popolazione umana di questo angolo desolato del mondo è vissuta finora grazie ad una alimentazione artificiale dipendente solo dai profitti del petrolio, profitti che hanno permesso ai governi di continuare a far mangiare la gente e a mantenere una classe media artificiale che lavorava in uffici burocratici che non avevano nessun senso, dove, nella migliore delle ipotesi, non facevano niente e, nel peggiore dei casi, vessavano il resto della popolazione con la loro corruzione e richieste di mazzette.

Non c’è nessuna nazione sulla terra che si stia preparando con intelligenza per la fine dell’era del  petrolio – e con questo intendo :

1) alla fine del petrolio a prezzi bassi, a prezzi accessibili

2) alla destabilizzazione permanente degli attuali canali di fornitura del petrolio.

Entrambe queste condizioni dovrebbero essere ben visibili durante questa evoluzione dinamica della geopolitica, ma nessuno sembra volerlo vedere, o sentire come, ad esempio, quel frastuono che arriva dall’Ucraina.

Quella nazione irresponsabile, infelice, che vive una situazione tragica, per colpa dei burattinai della UE e degli USA, che ha appena risposto alle ultime reazioni della Russia alle sanzioni commerciali, dichiarando che potrebbe bloccare le forniture di gas russo verso l’Europa, chiudendo le condotte che passano sul suo territorio. Spero che tutti quelli che abitano oltre Dnepropetrovsk siano pronti a bruciare i mobili di casa a novembre prossimo. Ma queste dichiarazioni insensate riescono solo a dimostrare quanto la situazione sia diventata assolutamente irrazionale … e quanto quello che succede sia sempre più lontano dal quello che penso.

La cosa peggiore che potrebbe succedere sarebbe che l’  ISIS riuscisse a instaurare un califfato tentacolare, che potrebbe sfuggire loro di mano provocando solo episodi sanguinosi e impressionanti dopo il collasso dellasocietà esistente. Cosa che è molto probabile in quella zona che ora si chiama Arabia Saudita, dove vive una classe dirigente sclerotica e aggrappata al potere. Se e quando vedremo arrivare quei maniaci dell’ ISIS protagonisti di VIDEO – you-tube – dove fanno rotolare le teste, con quante probabilità i tecnici che oggi lavorano nelle compagnie petrolifere resteranno attaccati al loro posto di lavoro? E allora l’ ISIS sarebbe capace di svolgere lo stesso lavoro e di usare quegli stessi macchinari? Ionon ci conterei.

E non conterei nemmeno  sul fatto che l’intera catena di fornitura mondiale di petrolio possa continuare a produrre come siamo abituati adesso. Se stiamo cercando dove potrebbe accendersi la scintilla per una Terza Guerra Mondiale,cominciamo a cercare da quì.

In ogni caso non è che gli USA si siano dimostrati meno idioti degli Ucraini.  Noi ci siamo raccontati la storialla che lo “shale oil” – il petrolio estratto dalle rocce sotterranee frantumate – ci potrà trasformare in un’isola felice, fuori dai conflitti che scoppieranno in tutto il resto del mondo, dopo la dissoluzione del paradigma-economico-del-petrolio. La storiella dello shale oil è falsa. Secondo i miei calcoli ci resterà ancora un annetto per continuare a spendere tranquillamente nei supermercati, prima che la gente prenda veramente coscienza del guaio in cui ci troviamo.

La cosa sorprendente è la gente comune possa arrivare a capirlo anche prima della sua classe politica. Questa dinamica di pensiero porta direttamente a pensare all’ impensabile (ma certo non per prossimi centocinquant’anni) crollo degli Stati Uniti.

James Kunstler

Fonte:http://kunstler.com/

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