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di Vecchia talpa 2 maggio 2019
Siamo gli ultimi in Europa per la spesa nell’istruzione.
Essere un popolo ignorante conviene al potere!
Da anni l’Italia è terzultima in Europa per investimenti nel settore educativo: secondo un rapporto Eurostat, l’Italia riserva alla scuola circa il 3,8% (passato al 3,5% per il 2019 con l’ultimo documento programmatico di Bilancio) del Pil, almeno un punto in meno rispetto alla media europea – che si attesta al 4,9% del Pil – e molto al di sotto di altri Paesi.
Tutti hanno presente lo stato fatiscente in cui versano le scuole primarie e secondarie. All’università è normale sedersi a terra in aule affollate o ascoltare le lezioni dal corridoio, perché i locali sono troppo piccoli per accogliere tutti.
Tutti i governanti annunciano di porre la Scuola al primo posto, ma tutti continuano a diminuire i finanziamenti, spesso a favore della scuola privata. E’ solo pressapochismo, mancanza di sensibilità, o invece fa parte di un disegno strategico che parte da almeno una trentina d’anni fa?
Con presupposti simili non stupisce che secondo un recente rapporto Ocse un quarto dei 500mila studenti che hanno sostenuto l’esame di maturità nel 2018 vivrà all’estero entro il 2020 per studiare o lavorare. Questo esodo imminente è il frutto dalla mancanza di lavoro, ma anche dalle scarse prospettive offerte dal nostro sistema scolastico.