di Luigi Altea, 24 marzo 2017
Il primario del Gaetano Pini che rompe il femore ad una signora per allenarsi, non è una notizia sconvolgente.
Sicuramente non lo è per il magistrato che, infatti, non lo ha spedito in carcere, ma lo ha assegnato agli arresti domicilari.
Praticamente gli ha ordinato di starsene a casa, come fanno, dopo una giornata o una vita di lavoro, tutte le persone perbene, senza che abbiano rotto niente a nessuno.
No, non dobbiamo scandalizzarci.
Siamo in Italia, uno stato interessante, anche se non come e quanto desidera la ministra della fertilità.
Un paese dove i magistrati fanno politica e i politici fanno i magistrati.
E assolvono. Assolvono sempre.
Un paese dove la Consip, che doveva impedire la corruzione nella pubblica amministrazione, si è rivelata una struttura dell’intrigo e del malaffare.
Nessuna meraviglia, dunque, se un po’ ovunque la cura diventa la malattia.
Noi italiani sappiamo che il miglior gurdacaccia è il bracconiere.
Che nessun piromane è più abile, nell’innescare un incendio, di una guardia forestale.
Siamo abituati allo scambio di ruoli, oltre che al cambio di gabbana.
Scambisti.
La sinistra che fa il centro.
Il centro che fa la destra.
La destra che difende lo Statuto dei lavoratori.
Bersani che elabora strategie politiche.
Togliatti messo a fare le lenzuolate.
No, questo non è possibile, è morto. Peccato.
Un ortopedico che rompe le ossa, anziché ridurre le fratture, non merita i titoli dei telegiornali, in un paese dove la cosiddetta “classe dirigente”, per i soldi sarebbe capace di tutto.
Perfino di una buona azione.