Un intervento internazionale contro il terrorismo

per Emanuele Cherchi
Autore originale del testo: Emanuele Cherchi

di Emanuele Cherchi  16 novembre 2015

PER UN INTERVENTO DELLE PERSONE E DEI POPOLI

In pochi giorni tre assalti alla civiltà portati contro Parigi, Beirut e in Nigeria dimostrano che non è una lotta fra vecchio mondo e islam, ma fra un tipo di interpretazione dell’Islam e quanti desiderano una vita non guidata da una certa interpretazione della sharia. Il Corano è uno per tutti gli islamici, ma il suo contenuto viene letto in maniera diversa a seconda di chi lo legge in base alle varie tradizioni. Una di quelle che vanno sulla maggiore è la tradizione wahabita propria della monarchia saudita, dei talebani afgani e dell’Isis: ecco perché i principi sauditi finanziano gli altri due movimenti.
I peggiori nemici di tale movimento sono i comunisti, perché essendo laici vengono definiti atei e quindi devono essere uccisi.
Prova del loro ateismo è la troppa considerazione dei diritti della donna e l’accettazione dell’esistenza degli omosessuali.
Sembrerebbe che aiuti ai talebani e all’Isis siano arrivati anche dagli States, ma ora che non c’é più il regime comunista in Afganistan e il socialista Assad è con le spalle al muro, hanno voltato le spalle ai mujaheddin, ma troppo tardi.
Per una volta devo dare ragione a quel brutto personaggio che è l’ex cavaliere Berlusconi: bisogna creare una larga coalizione internazionale contro i fondamentalisti di cui facciano parte gli stati occidentali, la Russia, gli stati arabi, gli stati africani e quelli asiatici.
Il problema però non può essere solo l’abbattimento del califfato ma la democrazia del dopo. C’é bisogno di creare stati con costituzioni moderne e aiutare questi stati con un piano Marshall che crei strutture (scuole, ospedali, vie di comunicazione, ecc) in modo tale da permettere uno sviluppo economico, perché la base primaria dell’intolleranza sono la povertà e l’ignoranza.
Di qui la necessita di persone che abbiano la voglia di mettersi in gioco: bisogna creare delle brigate internazionali come in Spagna durante la guerra civile. Se esistono i volontari della jihad devono esistere i volontari della libertà e della pace, perché sappiamo che senza l’intervento delle punte avanzate delle società mondiali, anche se cade l’Isis, in Siria ci sarà comunque un regime fantoccio con l’ideologia degli stati come l’Arabia saudita per via che chi finanzia la ricostruzione (struttura economica) finanzia anche la formazione della sovrastruttura politica.

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