Un Green New Deal per creare 1,5 milioni di posti di lavoro

per Gian Franco Ferraris

da www.sinistraecologialiberta.it  26 febbraio 2014

La proposta prevede un «new deal per l’Italia che guarda all’Europa», nel testo si parla di un «green new deal italiano contro la recessione e la disoccupazione» da attuare tramite l’istituzione di una Agenzia nazionale per gli anni 2014-2016.

«Creare 1 milione e mezzo di posti di lavoro in tre anni, impegnando circa 17 miliardi, con lo Stato che diventa datore di lavoro di ultima istanza». È questo l’obiettivo della proposta di legge, già depositata, di Sel sul lavoro e presentata a Montecitorio.

Come spiega Giorgio Airaudo «la priorità di questo paese è il lavoro, che è una cosa molto concreta che richiede risposte precise. Se ci si affida al mercato e agli incentivi è impossibile risolvere il problema della disoccupazione», sottolinea l’ex sindacalista Fiom in conferenza stampa insieme a Luciano Gallino «che ci ha ispirati nella nostra proposta» e al capogruppo Gennaro Migliore.

Un piano straordinario per il lavoro, che dovrà essere discusso “nel percorso parlamentare del Jobs act di Matteo Renzi”: così Sinistra ecologia libertà prova a inserirsi, dall’opposizione, nel dibattito sulle prime misure economiche annunciate dal nuovo presidente del Consiglio.

“Serve un New deal ispirato a quello rooseveltiano – ha detto Airaudo – e noi pensiamo che lo Stato possa diventare datore di lavoro di ultima istanza”. Per farlo, gli interventi vanno concentrati, secondo Gallino, «nei settori ad alta intensità di lavoro» quindi il risanamento delle scuole, la ristrutturazione degli ospedali e la manutenzione del territorio per contrastare il dissesto idrogeologico.

«Uno choc positivo per l’economia che però dovrà avere effetti benefici anche sull’ambiente e non devastarlo», ha precisato Migliore. Anche la competitività delle imprese italiane non verrebbe intaccata dall’impegno pubblico: «Non si può affidare al mercato – ha puntualizzato il capogruppo di Sel – quello che il mercato non vuole e non può fare». La copertura dell’investimento triennale, ha spiegato ancora Airaudo, dovrebbe venire dall’uso «dei fondi della Cassa depositi e prestiti, anche attraverso l’emissione di obbligazioni, e dai Fondi strutturali europei. Con una responsabilizzazione degli enti locali, attraverso l’allentamento del patto di stabilità interno. Ma attenzione: con una clausola sull’occupazione netta: chi vincesse a livello locale questi appalti dovrebbe non aver licenziato nei 24 mesi precedenti e impegnarsi a non licenziare nei 24 mesi successivi», per evitare escamotage.

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