Che cos’è un filo d’erba?
Un filo d’aria
che si sente e non si vede,
sperduto
affogato
nel mare del prato;
un filo di verde
che si perde
nell’azzurro,
tracciato da un pittore
di valore;
un filo di luce
come niente,
ma che non si pente
d’esser così poco,
quasi scintilla
di un grande fuoco,
un filo di profumo,
che in silenzio
dice: “Mi consumo
d’amore”,
un filo di voce,
che sussurra
bisbiglia
ci parla con cuore
puro.
Un filo d’erba
è una cosa da nulla
che si trastulla
col vento,
che gioca col sole
a nascondino
come un bambino
birichino;
che guarda con occhi sempre nuovi
la luna, falcata
o a frittata,
il pulviscolo d’oro e d’argento
delle stelle
ricamate nel firmamento;
che fa l’occhiolino
a un fiore
vicino;
che per nutrimento
si contenta
di un chicco di sale
e di una sola gocciolina
piovuta dal cielo
o scappata bel bello
al ruscello;
che si adorna
con una perlina
di brina
dai colori dell’arcobaleno,
tanto piccolina
e leggera
che appena si vede
e può volar via
così,
ma tanto grande
da contenere il sole,
tutto il sole
visto di qui.
Un filo d’erba
è proprio una cosa da niente:
c’è e non si scorge,
esiste e non si sente,
si sporge
dal balcone
e poi si pente,
ha la sua casa piccolina
sulla terra verdolina
accanto allo stelo
di un papavero,
ma cerca disperatamente
le vie del cielo
splendenti di luce.
(M. Giusti)