di Luigi Altea, 16 febbraio 2018
Nel Partito Democratico, col passare dei giorni, si avverte sempre più la necessità di una scossa, che consenta di recuperare terreno, nell’ultima fase della campagna elettorale.
Per questa ragione, la settimana scorsa, il segretario pare abbia riunito attorno ad un tavolo, prima una ventina, poi una decina, ed infine non più di cinque collaboratori.
In pratica soltanto quelli di cui continua a fidarsi, e che considera, con qualche forzatura, preparati e competenti.
Dopo un’appassionata discussione, i migliori cervelli del partito avrebbero intuito che bisognava mettersi al passo con i concorrenti, molto in vantaggio nelle intenzioni di voto degli italiani.
Uno dei creativi, trovata la bella pensata, avrebbe esclamato: dimostriamo anche noi d’avere un uomo immagine!
Dicono che quest’uomo sia stato individuato in Walter Veltroni.
Considerato che Maria Elena Boschi e Debora Serracchiani sono impegnate a presidiare Trento e Trieste, che Alessandra Moretti è di pattuglia sull’Altopiano d’Asiago, Veltroni resta pur sempre il miglior fico del bigoncio, senza neppure un ruolo di rango.
A poche settimane dal voto, occorre una personalità che trasmetta fiducia, compostezza, serenità. Che sappia dialogare e smussare gli angoli.
D’accordo, Veltroni non è Grasso, ma è comunque molto ingrassato.
Si è arrotondato, è diventato, per così dire, “a palla”.
E questo, dopo una costante caduta nei sondaggi, può favorire lo sperato “effetto rimbalzo”.
L’ottimo Walter, oltre che un’immagine, è anche un emblema, un’autentica allegoria beatificata.
Dire il Veltroni è come dire il Caravaggio, o come dire la Gioconda.
Walter simboleggia tutto e il suo contrario, è la metonimia del Lingotto, è la litote del comunista, la sineddoche del democratico.
Veltroni che, contro le impetuose correnti, con poderose bracciate raggiunge l’Africa…è l’iperbole del desiderio sincero, e della falsa promessa.
Walter Veltroni è un eufemismo.
O forse non è più niente di tutto ciò.
E più semplicemente è stato soltanto il ventre molle della sinistra italiana.
1 commento
Veltroni è un controsenso nato, della politica. Il PD del 2008, quello da lui fondato, oggi è un lontano ricordo, nonchè una mortificazione di quello che fu, il PD. Pur di avere presenze in rai per presentare i suoi film, pur di avere sponsor per i suoi film, si prostituisce dietro al potere del Giglio Magico. Una vergogna il tutto.