Umberto Eco, in migliaia al Castello Sforzesco per l’addio laico

per Gabriella
Autore originale del testo: ZITA DAZZI
Fonte: la Repubblica
Url fonte: http://milano.repubblica.it/cronaca/2016/02/23/news/eco_funerali-134052522/

di ZITA DAZZI  23 febbraio 2016

La toga dell’Alma Mater di fianco al feretro nel Cortile della Rocchetta. Un saluto di popolo e il ricordo di ministri, editori, rettori e musicisti. Il nipote: “Orgoglioso di te”. Benigni: “Quando arrivava lui diventava tutto speciale”

 

Un addio di popolo per il “professore”, il “maestro”, Umberto Eco, l'”amico” di molti milanesi, noti e meno noti. Già un’ora prima dell’inizio della cerimonia laica centinaia di persone erano in coda fuori dal Castello Sforzesco, a breve distanza dalla casa dello scrittore morto venerdì sera all’età di 84 anni, dopo una malattia che non lascia scampo. A salutarlo per l’ultima volta c’erano intellettuali e studenti, politici e uomini di spettacolo, amici dai tempi della scuola e colleghi dell’ultima avventura professionale, la nuova casa editrice ‘La Nave di Teseo’, fondata recentemente assieme a Elisabetta Sgarbi, che in lacrime ha raccontato l’amico e il socio di mille avventure negli ultimi decenni, mostrando la copertina del nuovo libro Pape Satàn Aleppe (foto), che già questa settimana, venerdì 26 febbraio, sarà in vendita.

La cerimonia laica doveva essere breve, ma alla fine per circa un’ora e mezza i ricordi del grande semiologo sono andati avanti per bocca dei suoi più stretti amici e collaboratori, davanti alla corona di fiori inviata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e ai fiori spediti dal presidente della Camera Laura Boldrini. Del “professore” ognuno ha sottolineato un aspetto diverso, la sterminata cultura, l’amore per l’insegnamento, l’ironia e la capacità di essere leggero con saggezza e sensibilità, l’amore per la vita, per la convivialità, per il gusto della contaminazione fra i saperi e le culture, alte e basse. Il primo a parlare, il sindaco di Milano, Guliano Pisapia, l’ha ringraziato “per aver scelto di vivere a Milano e aver mostrato al mondo la grandezza di questa città, nel suo saper essere accogliente e solidale”.

Funerali Eco, il nipote: “Orgoglioso di te, grazie per le tue storie”

Sicuramente il momento più toccante della cerimonia è stato quando al microfono è arrivato il quindicenne Emanuele, il primo nipote, figlio di Stefano Eco: “Mi hanno sempre chiesto, caro nonno, che cosa provavo ad essere nipote di un uomo così grande. E io non sapevo bene spiegare. Oggi, ripensando a tutto quel che mi hai regalato, i nostri viaggi, i libri, la musica, le parole crociate fatte assieme, ecco, oggi, lo capisco e lo trasmetterò a mio fratello Pietro, a mia cugina Anita. Mi ha riempito di orgoglio essere tuo nipote”. Parole che hanno fatto tirare fuori i fazzoletti a molti degli amici del professore dalle 41 lauree ad honorem, da Tullio Pericoli a Inge Feltrinelli, da Gad Lerner a Roberto Benigni, da Gianni Vattimo a Vittorio Gregotti, per citarne solo una minima parte. Il ragazzo era stato destinatario della lettera “Caro nipotino studia a memoria” diventata virale sui social nei giorni scorsi.

Hanno preso la parola anche i ministri alla Cultura Dario Franceschini e all’Istruzione Stefania Giannini, l’editore e agente editoriale di tutta la vita Mario Andreose. “Era un gran raccontatore di barzellette, aneddoti e storielle umoristiche – ha ricordato l’attore Moni Ovadia – Aveva questa libertà di essere aperto a ogni forma del comunicare. Non rivedremo, né io né le nuove generazioni, un altro Umberto Eco”.

Morte di Umberto Eco, in migliaia al Castello Sforzesco per l'addio laico: "Grazie maestro"

Il feretro è stato portato alle 14 nel Cortile della Rocchetta, luogo molto amato dallo scrittore che abitava a poche centinaia di metri dal Castello che fu dimora dei Visconti e degli Sforza. Moltissime persone non sono riuscite a entrare perché lo spazio era già pieno oltre i limiti di sicurezza. Di fianco al feretro, la toga di Eco, professore dell’Alma Mater, l’università di Bologna, per 41 anni. Il rettore Francesco Ubertini ha annunciato che buona parte della cerimonia di inaugurazione del 928esimo anno accademico sarà dedicata alla memoria di Eco che, ha assicurato, “trasmetteremo con orgoglio”.

Funerali Eco, Benigni: “Persone come lui servono in terra, non in cielo”

Tra i primi ad arrivare e a sedersi nelle sedie vicine ai familiari, oltre a Benigni (che ha detto: “Ci volevamo bene, quando arrivava lui diventava tutto speciale”), Danko Singer e Gianni Coscia, gli amici di tutta la vita, oltre a Gianni Cervetti, presidente di quell’Aldus club – circolo di collezionisti di libri – di cui Eco era presidente onorario. Il via vai di persone era iniziata nelle prime ore del mattino sotto la casa dell’autore de Il Nome della Rosa. Il Comune di Milano ha già fatto sapere che allo scrittore verrà riservato al più presto un posto nel Famedio del Cimitero Monumentale, dove vengono ricordati tutti coloro che hanno fatto grande la città nei secoli. Per l’intitolazione di una via bisognerà invece ancora attendere i tempi, non brevi, della burocrazia.

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