Sintesi della giornata. I corridoi umanitari russi a Mariupol non funzionano e i civili che sono ancora lì non riescono a lasciare la città. I militari ucraini asserragliati nell’acciaieria chiedono di essere evacuati da non ho capito chi in un paese terzo ma non si arrendono perché Kiev non li autorizza e parlano al mondo come chi aspetta di morire da un momento all’altro. Parlano al mondo anche i vertici russi annunciando un supermissile nuovo di zecca che può essere lanciato da un continente all’altro. Parla al mondo – ma questa non è una novità, lo fa ogni mattina – Zelensky, che continua a farneticare che gli avessimo mandato armi più potenti avrebbe già vinto la guerra da un pezzo. Parla non si sa a chi Charles Michel, che è andato in Ucraina a fare turismo bellico in blue jeans e annuncia che l’Ucraina vincerà. E’ sempre più chiaro che la Russia e l’Occidente si parlano attraverso l’Ucraina, e che l’Ucraina accetta questa posizione di tramite perché Zelensky, l’unico che fa politica, sta accumulando crediti da riscuotere nella Ue da quegli imbelli tipo i tedeschi che non gli mandano abbastanza armi. E’ altresì sempre più chiaro che la pornografia dell’orrore dispensata dai media nostrani sta passando il limite della sopportabilità. Ancora un po’ di ignavia politica e il consenso apparente a questa tragedia dell’ipocrisia salterà.
Ucraina, Mariupol: Pornografia dell’orrore
Autore originale del testo: Ida Dominijanni