L’attendismo degli Usa in Ucraina

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo:  Federico Petroni
Fonte: Limes

Ucraina: gli obiettivi degli USA

Dalle più recenti dichiarazioni del consigliere per la sicurezza nazionale degli Usa Jake Sullivan si possono scorgere gli obiettivi immediati degli Stati Uniti nella guerra d’Ucraina. Il funzionario ha parlato di “indebolire e isolare la Russia” e di impedirle di conquistare nuovi territori.

Perché conta: L’amministrazione Biden non vuole fare la guerra diretta alla Russia, dunque non può far sì che questo conflitto cessi immediatamente. Non è nemmeno interessata ad aiutare Kiev a recuperare i territori già perduti fra Crimea e Donbas. È un approccio molto criticato al Congresso: persino alcuni democratici lamentano che il governo non voglia cercare una sconfitta totale della Russia.

L’esecutivo si mantiene in posizione attendista. Vuole reagire alle azioni dei russi, non prendere l’iniziativa. Esattamente come prima della guerra, il lusso della distanza dà tempo per adattarsi. Inizialmente, gli americani sembravano poter convivere con la presa di Kiev, avendo trasferito l’ambasciata a Leopoli e avendo invitato il presidente Zelens’kij a fare lo stesso con il suo governo. La resistenza ucraina e le difficoltà operative dei russi li hanno convinti ad aumentare il sostegno.

Ora sta accadendo qualcosa di simile. Gli americani diffondono voci di un obiettivo massimalista russo: affondare da Izium a Dnipropetrovsk, ben oltre le aspettative di qualche giorno fa, che fra gli obiettivi mettevano la città di Sloviansk. Se davvero il bersaglio fosse cambiato, la tanto attesa nuova offensiva non avrebbe soltanto lo scopo di controllare le due repubbliche del Donbas, ma arrivare sino al fiume Dnepr per formalizzare la secessione dell’Ucraina del Sud (Nuova Russia) e per interrompere i rifornimenti d’armi occidentali (il largo corso d’acqua diventerebbe quasi inattraversabile).

Attendere serve inoltre a lasciare aperta alla Russia la possibilità di fermarsi e dichiarare una vittoria, attraverso il controllo dei territori strappati all’Ucraina. Sarebbe una vittoria assai magra rispetto all’ambizione iniziale di rimettere Kiev sotto la propria influenza. Ma eviterebbe di costringere Mosca a gesti estremi pur di sbandierare un successo.

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