Tutti contro Varoufakis

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Tommaso Di Francesco
Fonte: Il Manifesto
Url fonte: http://ilmanifesto.info/dagli-a-varoufakis/

Come lo spet­tro del comu­ni­smo di Marx, ora in Europa s’aggira un altro fan­ta­sma che rischia di diven­tare bru­tale realtà: il mini­stro greco delle finanze Yanis Varou­fa­kis, oggetto nel quar­tiere anar­chico e di sini­stra di Exar­chìa ad Atene, di un attacco di gio­vani «anti-stato».

Pro­prio men­tre è il ber­sa­glio pre­di­letto delle can­cel­le­rie euro­pee che vogliono demo­lirlo per­ché rap­pre­senta l’alternativa ai dik­tat del fronte Ue. Soprat­tutto per la sua capa­cità di trat­tare le con­di­zioni del debito greco in difesa della svolta sociale che il nuovo governo di Atene vuole impri­mere, inter­na­mente e all’Unione euro­pea; e per que­sto dipinto come «incom­pe­tente» e «per­di­tempo», quando non denun­ciato come «il pro­blema» anche da molti media occi­den­tali, anime sen­si­bili alle lea­der­ship economico-bancarie d’Europa. Gli stessi che nella deci­sione del governo di Atene di asso­ciare al mini­stro delle finanze una dele­ga­zione di governo nella trat­ta­tiva con Euro­gruppo, Bce e Fmi, ci leg­gono addi­rit­tura un «com­mis­sa­ria­mento». E non invece la rot­tura del ten­ta­tivo di iso­la­mento di Varou­fa­kis. Per­ché la sua caduta o esclu­sione equi­var­rebbe ad una scon­fitta di Tsi­pras e del governo greco.

Adesso ci si met­tono anche gli anar­chici che, peral­tro, già sono scesi (in pochi) in piazza a pro­te­stare con­tro Tsi­pras. Il quale, finora, nono­stante il cap­pio al collo dei debiti lasciati dal governo di destra di Sama­ras e la man­naia Ue, non indie­treg­gia dal suo pro­gramma di tra­sfor­ma­zioni con­tro la crisi. A quanto pare gli atti­vi­sti anar­chici «anti-stato» non hanno tro­vato di meglio da fare che aggre­dire Yanis e la moglie Danae — con il suo abbrac­cio si è frap­po­sta impe­dendo dege­ne­ra­zioni — prima ver­bal­mente e poi con un lan­cio di bottigliette.

Tra­la­sciamo quel che Marx pen­sava degli anar­chici che però, quando lo vogliono, rie­scono ad essere lun­gi­mi­ranti e in genere sono loro, sto­ri­ca­mente, il capro espia­to­rio della repres­sione di destra (e, ahimé, di sini­stra). Certo la con­te­sta­zione ci può stare per uno che come Varou­fa­kis rap­pre­senta il potere. Ma sta­volta sem­bra a dir poco fuori luogo mar­ciare con l’arroganza di Fmi, Ban­che, Borse, «isti­tu­zioni» Ue, tutti uniti e tutti insieme con­tro un eco­no­mi­sta che strappa il velo della pre­sunta ogget­ti­vità dell’economia poli­tica difen­dendo nelle imper­vie sedi occi­den­tali gli inte­ressi dei subal­terni e il pro­gramma sociale della nuova Grecia.

Comun­que per capire dav­vero con chi abbiamo a che fare, ecco il com­mento all’accaduto dello stesso Varou­fa­kis: «Non è stato un epi­so­dio orga­niz­zato, né un tas­sello della poli­tica di degra­da­zione sca­te­nata con­tro di me in que­sti giorni. Ma mi importa dire una cosa: per quanta paura e ribrezzo pro­vo­chi l’uso della vio­lenza, la rispo­sta all’aggressività di que­sta gente non può essere né la riti­rata né l’uso della repres­sione». Varou­fa­kis? Varoufikos.

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