Fonte: L'Espresso
Url fonte: http://espresso.repubblica.it/palazzo/2015/02/09/news/quanti-ci-costi-matteo-tutte-le-spese-del-premier-1.198672?ref=HRBZ-1
Due milioni di euro stanziati dal Governo Renzi per consulenti, collaboratori e soprattutto esperti di comunicazione. Dalla Presidenza del Consiglio ecco la squadra di economisti, nove assunti per il semestre europeo dell’Italia e il generoso budget per aggiornare il sito dei mille giorni passodopopasso.it
di Alberto Crepaldi e Michele Sasso 19 febbraio 2015
Il conto è per le spese discrezionali di Palazzo Chigi da quando Matteo Renzi ha traslocato da Firenze a Roma. E solo per la voce “consulenti e collaboratori” nel 2014 il governo ha messo a bilancio 3 milioni e 393 mila euro.
Più di 280 mila euro al mese per coprire i costi degli stipendi per i nuovi consiglieri economici del capo del governo fino alle spese per il cerimoniale e le indagini giuridiche.
Un rosario di costi resi pubblici dal sito del governo: 148 consulenti ed esperti (soprattutto di comunicazione), professionisti chiamati a palazzo per il “miglioramento performance giustizia”, per il “progetto operativo di assistenza tecnica alle Regioni” e per l’accattivante idea di “Women mean business and economic growth” del Dipartimento pari opportunità.
Incarichi di qualche mese o di un’intera legislatura in maggioranza pagati profumatamente: solo dieci sono a titolo gratuito.
Soldi pubblici stanziati per quindici decreti su misura dell’Unar (l’ufficio anti discriminazioni razziali della presidenza del consiglio) per assoldare quindici collaboratori: 619 mila euro di fondi strutturali dell’Unione europea.
Una valanga di carta, studi e dossier fondamentali per supportare i sottosegretari e i ministri insieme a nove contratti per il semestre di presidenza dell’Unione europea.
QUANTI ESPERTI PER L’ECONOMIA
Partiamo dal “nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica”. Una struttura che da sempre è un comodo approdo per il “cerchio magico” del potente di turno, dal premier ai sottosegretari.
È il caso di Claudio De Vincenti: prima di diventare viceministro dello Sviluppo Economico, a fianco di Federica Guidi, è passato da qui con il governo Prodi.
Oppure Angelo Argento che come scrive Emiliano Fittipaldi per “l’Espresso ” è «avvocato, esperto in diritto dei Beni culturali, ed è stato candidato al Senato in Calabria dal Pd (non eletto)».
Fu Francesco Boccia, lettiano di ferro e potente capo della commissione Bilancio alla Camera a piazzare Argento tra gli esperti di conti e tagli dell’ex premier Enrico Letta.
Dal bilancio 2014 emerge come il segretario Pd, nel confronto con il suo predecessore Letta, abbia aumentato di quasi il 30 per cento la dotazione finanziaria del nucleo, passata da un milione e 250 mila euro a un milione e 615 mila euro.
L’incremento si spiega in parte con la “generosità” per i suoi nuovi consiglieri economici. Con una spesa annua aumentata di quasi il 50 per cento, schizzata dai 297mila euro del governo Letta agli attuali 445mila euro.
Tra le retribuzioni, che sono in media il doppio di quelle assegnate dal precedente esecutivo, spiccano quello di Carlotta De Franceschi e di Tommaso Nannicini, che percepiranno, per un anno di consigli da economisti di razza forgiati alla prestigiosa Bocconi di Milano rispettivamente 150 mila e 105 mila euro.
Analista finanziaria con esperienze lavorative in Goldman Sachs, al Credit Suisse e in Morgan Stanley, la De Franceschi è molto legata all’economista e deputato democratico Yoram Gutgeld, folgorato sulla via del renzismo nel 2012, quando diventa l’uomo che sussurra al premier le ricette per uscire dalla crisi e far ripartire il Paese.
Anche nel caso di Tommaso Nannicini, professore associato di economia politica all’università Bocconi, l’amore per il presidente del consiglio sboccia nello stesso anno con la partecipazione alla convention fiorentina della Leopolda.
Chi invece si accontenta di 45mila euro annui è Luigi Marattin già assessore Pd al bilancio a Ferrara da dove, a soli 36 anni, è stato catapultato a Roma. Marattin, laureato in Economia delle Istituzioni Internazionali, un master in Gran Bretagna, è un fedelissimo della prima ora del verbo renziano.
Va poi detto che le spese per il gruppo di coordinamento sulla politica economica si aggiungono a quelle per i componenti di un pool di colleghi altrettanto esperti.
Si tratta del comitato tecnico-scientifico del ministero dell’Economia, che sotto la guida di Pier Carlo Padoan lo assiste in diverse materie di politica economica. Il costo? In un anno poco meno di 300mila euro, per avere un doppione tra Palazzo Chigi e Palazzo delle Finanze.
GLI STIPENDI D’ORO PER IL SEMESTRE UE
Nella lista dei costi discrezionali della presidenza del consiglio spicca poi quello relativo ai nove incarichi decisi in occasione del semestre di Roma a capo del Consiglio dell’Unione europea, chiuso con la fine del 2014.
La spesa complessiva, in questo caso, ammonta a 334mila euro, con cui nove fortunati hanno operato per quattro mesi al fine di “assicurare il necessario supporto tecnico-organizzativo alle attività di comunicazione del semestre di presidenza italiana in coordinamento con l’ufficio stampa e del portavoce del presidente del Consiglio”.
Ogni incaricato ha avuto un compito preciso: per monitorare quotidianamente le agenzie di stampa sono stati pagati 31mila euro. Più di cinquemila euro lordi al mese per controllare i lanci.
E ancora: per “la gestione dei contatti con i giornalisti” un conpenso di 44mila euro, per svolgere attività di consulenza per la redazione dei contenuti al sito Italia2014.eu ecco 31mila euro; mentre 45mila euro sono stati pagati a chi ha svolto “attività di consulenza nella gestione dei rapporti con i principali media e per il placement sulla stampa generalista e specializzata dei messaggi chiave”.
Come se lo staff di presidenza del consiglio con otto addetti all’ufficio per le attività di informazione e comunicazione istituzionale non fosse sufficiente.
Complice il semestre di presidenza italiana, le spese per il cerimoniale di Palazzo Chigi nei mesi da marzo a dicembre dell’anno scorso, hanno pesato sulle casse pubbliche per 630 mila euro.
Siamo certo lontani dagli esborsi degli anni targati Silvio Berlusconi, ma 60mila euro al mese sono stati messi a bilancio solo per colazioni e cene di Stato.
COMUNICARE, COMUNICARE, COMUNICARE
La comunicazione, è noto, sta molto a cuore al premier. E se 45mila euro sono stati impiegati per le campagne sullo Sblocca Italia e per le “Scuole nuove” – il piano di edilizia scolastica rimasto in mezzo al guado – altri 130mila euro serviranno per mantenere aggiornato il sito governativo passodopopasso.it
Proprio poche settimane fa è stato infatti assegnato ad un pool di agenzie il compito di prendersi cura delle pagine Web volute da Renzi per raccontare la sua cavalcata dei millle giorni per cambiare l’Italia e renderla “più semplice, più competitiva, più coraggiosa, più bella”.
Forse, però, i 130mila euro si sarebbero potuti risparmiare. Semplicemente attribuendo il basico compito di riempire di contenuti a chi istituzionalmente deve comunicare i risultati raggiunti dal governo: l’ufficio per l’attuazione del programma.
Il 23 dicembre scorso lo stesso ufficio ha commissionato all’Istituto per la ricerca sociale un singolare incarico: analizzare e progettare “un sistema di valutazione delle politiche pubbliche a supporto del sistema di monitoraggio del programma di governo”. In pratica cosa stanno facendo la Madia, Padoan e Alfano durante il loro mandato. Costo dell’operazione 20mila euro.
Nell’area delle riforme costituzionali Palazzo Chigi ha invece investito, fino ad ora, 314 mila euro. Che risultano così distribuiti: 75mila euro sono finiti all’Università La Sapienza, che, nonostante l’ampia documentazione elaborata negli anni dal servizio studi della Camera, è stata chiamata a svolgere dal ministro Maria Elena Boschi una ricerca comparata in tema di sistema elettorale, forma di governo e di stato.
E ancora: per 75mila euro annui, a partire da gennaio di quest’anno, ecco finanziati due incarichi “in materia di comunicazione multimediale e dei social network” e di “comunicazione politica”.
Per 49mila euro Massimo Rubechi sarà consulente: professore aggregato di diritto costituzionale all’università di Urbino, collaboratore dei gruppi parlamentari del Pd ed autore, nel 2013, di un documento sulla road map delle riforme costituzionali.
Nello stesso solco ecco 115mila euro stanziati per realizzare “iniziative di valorizzazione, diffusione e confronto in tema di riforme costituzionali ed istituzionali, di rilevazione dei loro effetti”. Di quali effetti, se sull’umore degli italiani o sul clima meteorologico, non è dato sapere.
Per il sottosegretario alla presidenza del consiglio Ivan Scalfarotto ecco pronto un incarico per il suo staff da 60mila euro annui al giornalista Enrico Ciccarelli.
Amici da tempo, entrambi pugliesi, entrambi foggiani, Ciccarelli deve occuparsi della comunicazione istituzionale del sottosegretario dopo aver curato la vincente campagna elettorale che ha portato Scalfarotto alla Camera.