Lanfranco Turci
LO SCONFITTISMO COME CULTO?
Non so se essere più orgoglioso per essere accusato alla mia rispettabile età di essere un ingenuo movimentista o essere più offeso per essere considerato rincoglionito al punto di non accorgermi del trappolone in cui ci trascina il lucido e imbattibile nemico di classe che manovra occultamente le piazze sardinesche.
Confesso che non mi aspetto dalle manifestazioni delle sardine la rivelazione della via al socialismo (quello morto o quello risorto che sia) e tanto meno l’avvio della rivoluzione.
Questo quanto al primo tipo di critica.
Quanto alla seconda accusa ribadisco che rifiuto di vedere le sardine come il prodotto di una manovra occulta del PD. Il PD non ha la forza di promuovere un tale movimento e neppure ha avuto la intelligenza di pensarlo. Nel prossimo futuro i tentativi di impadronirsi del format e del titolo non mancheranno, tanto più di fronte allo squagliamento dei 5stelle. Ma se ciò avverrà ne seguirà anche la rapida scomparsa del movimento stesso.
Semplicemente, secondo me, tutte quelle persone in piazza (non riconducibili unicamente a ceto medio riflessivo, benestante o semibenestante e cultore del politicamente corretto, come è stato descritto da alcuni implacabili entomologi della sinistra) hanno come minimo comune denominatore la repulsione nei confronti di una destra reazionaria e seminatrice di odio. Che è una variante assai peggiorativa del liberismo dominante, anche se si ammanta di una pretesa capacità di protezione dei ceti popolari colpiti dal sistema euroliberale.
Le sardine non hanno la capacità di fare una analisi a tutto campo? Non hanno capito i meccanismi del neoliberismo?
Non risponderei di no a queste domande, ma mi porrei anche l’ulteriore domanda se non siamo troppo pieni di pretese a caricarle di queste aspettative.
Questo è un movimento spontaneo e giovane, di reazione sentimentale prima ancora che politico. Ed è comunque un movimento che guarda a sinistra.
Non pretendiamo da esso quello che noi non siamo (ancora?) stati capaci di costruire noi stessi
Dialoghiamo invece di fare esami del sangue o esami di ammissione. Questo è quello che ricordo della scuola del PCI e credo sia ancora valido.
Lo scrivo con grande tristezza, ma l’alterigia con cui una parte della sinistra intellettuale sta aggredendo questo movimento ha lo sgradevole sapore dello sconfittismo elevato a culto e a manto sacrale.
Non è un bel segno!