Sale a 282 il numero delle vittime della strage della miniera di Soma, in Turchia: fino a ieri erano 274, questa mattina le autorità locali hanno fatto sapere che sono stati trovati altri otto cadaveri.
I sindacati indicono uno sciopero
In tutto il Paese, intanto, oggi è il giorno della denuncia. La confederazione turca dei sindacati dei dipendenti pubblici, Kesk, ha indetto uno sciopero per protestare contro il disastro della miniera di Soma dove hanno perso la vita 282 persone e denunciare i colpevoli: “Quelli che nell’ambito della politica delle privatizzazioni mettono in pericolo la vita dei lavoratori in nome della riduzione dei costi – si legge in un comunicato – sono colpevoli del massacro di Soma e ne devono rispondere”. Secondo il sindacato le privatizzazioni hanno assottigliato la sicurezza sul lavoro in cambio di maggiori tutele per le imprese.
I legami tra Erdogan e gli imprenditori minerari
Secondo alcuni residenti la moglie del principale imprenditore del settore minerario di Soma lavora per il partito di Erdogan. Poco dopo l’incidente entrambi sarebbero fuggiti dalla città del carbone dove molti degli uomini d’ffari hanno legami con l’establishment dell’attuale premier.
Le contestazioni di piazza e su Twitter
Intanto nel Paese e su Twitter, il social network che aveva tentato di oscurare, si moltiplicano le contestazioni al premier Erdogan. La sua conferenza stampa a Soma, dopo la visita al luogo della tragedia, ha acceso ancora di più la rabbia dei familiari dei minatori e di buona parte dell’opinione pubblica. Dopo aver promesso un’inchiesta approfondita sulla tragedia della miniera ha fatto riferimento all’inevitabilità di un incidente del genere. “Nella letteratura – ha detto Erdogan – c’è una cosa chiamata incidente sul lavoro e succede anche in altri posti”. Come se fosse un rischio del mestiere per ogni minatore. La folla ha subito reagito: calci e pugni all’auto di Erdogan al grido di “assassino” e “ladro”. Per mettersi in salvo ha dovuto cercare riparo in un supermercato.
Le ripercussioni politiche
Soma non è l’unica città dove si sono svolte manifestazioni di protesta contro il gverno, proteste che per Erdogan potrebbero avere pesanti ripercussioni politiche: seppure non abbia ancora annunciato ufficialmente la sua candidatura, ci si attende che corra per le prossime presidenziali, in agosto.
Turchia: no ad aiuti stranieri
A due giorni dall’esplosione che ha causato la strage e con oltre un centinaio di minatori ancora intrappolati nelle gallerie della miniera, la direzione disastri della Turchi ha fatto sapere di non avere bisogno di aiuti stranieri per le ricerche. Diversi paesi, fra cui Israele, Usa, Grecia, Germania, Francia, Italia, Polonia, Iran, come pure l’Ue, hanno offerto assistenza.
La strage di Soma
Con le sue 282 vittime accertate, quello di Soma è il peggiore disastro della storia mineraria della Turchia. E il bilancio è ancora provvisorio. Al dolore dei familiari si somma quello dei parenti delle 120 persone ancora intrappolate a 400 metri sotto terra. Le speranze di portarle in salvo sono sempre più flebili.