Tsipras e l’Europa

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Angelica Lubrano
Fonte: facebook
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di Angelica Lubrano – 27 gennaio 2015

Non sono un’economista, né ci tengo ad esserlo, visti gli svarioni di tutti i professori: incapaci di prevedere l’arrivo di una delle crisi più gravi da quella del ’29, così come di offrire soluzioni non condizionate da personali furori ideologici….

Così mi affiderò alle mie poche conoscenze di storia e al mio buonsenso, pronta a modificare il mio punto di vista davanti ad argomentazioni più convincenti.

Allora partiamo dalla vittoria (purtroppo mutilata) di Tsipras:una vittoria chiara avrebbe evitato a lui e a noi tutti le polemiche inarrestabili (se ne cominciano a vedere in giro) suscitate dall’accordo con il partito indipendente di centrodestra antiausterity…. Stesso copione dell’Italia?

Tsipras non è un antieuropeista: ha dichiarato di voler riaprire la trattativa per il rientro dal debito, ma di non voler uscire dall’euro, suscitando la dispettosa ostilità dei grillini e di Salvini, i quali sostengono il ritorno alla lira. Ho già affrontato questo tema esaminando le conseguenze concrete in questa nota.

USCIRE DALL’ EURO?

 Ma chi ha ragione? A cosa serve l’Europa? E quale Europa? Per fare cosa? E chi sono i veri antieuropeisti?

L’EUROPA

Perché non tornare alla sovranità nazionale e monetaria?

“ il mondo comincia solo ora a misurare il costo enorme e il carattere catastrofico della decisione della destra angloamericana negli anni ‘70, Libera circolazione dei capitali senza alcun condizionamento politico e sociale, e obbedendo solo alle logiche del mercato finanziario. È avvenuta così una trasformazione genetica della finanza: da infrastruttura funzionale all’economia reale a industria in sé..….il denaro fatto sempre più con il denaro. La sovranità, cioè quel potere dei poteri per cui spettava solo agli Stati battere moneta, è passata in larga parte nelle mani di una oligarchia privata…..un’alluvione di titoli e strumenti finanziari fasulli dietro i quali non c’è niente. E quindi debiti, e quindi rendite che gravano sul lavoro e sulla ricchezza reale. E quindi i ricchi che diventano più ricchi e i poveri che devono rinunciare alla protezione sociale”. (Reichlin)

Ogni Stato è di fatto diventato impotente ad arginare lo strapotere della speculazione finanziaria e quegli stati con Istituzioni più deboli, più screditate come Italia e  Grecia, da soli, più facili prede delle incursioni speculative, che possono colpirli come vogliono, come già visto in passato quando dalla sera alla mattina la nostra moneta perse il 30% di valore. Diverso il discorso con un colosso di 28 Paesi o di 18 quali quelli dell’eurozona.

Questo per quanto riguarda i capitali. Stessa cosa per le merci. Stiamo vivendo una crisi di sovrapproduzione seguita al trionfo del laissez-passer neoliberista, ma anche per la caduta del Muro e per la liberazione fisica e produttiva di popoli sottoposti a segregazione in un mondo bipolare. La tecnologia ha poi favorito lo sviluppo e moltiplicato gli scambi. E meno male, perché un miliardo di persone sono uscite dalla fame in un processo ormai inarrestabile e altri due miliardi aspettano di sedersi a tavola ….

La concorrenza globale la si può affrontare mettendo in comune risorse, materie prime, ricerca, tecnologia e mercati. E qui siamo ancora lontani dalla soluzione: l’europarlamento più che serrare le fila per affrontare tutti insieme la concorrenza globale (in circa 20 anni di maggioranze di destra,  miopi ed egoiste, asservite a banche e mercati) ha favorito il cannibalismo intestino, avvantaggiando chi pagava gli investimenti a tassi bassissimi: 1 o 2 % in Germania, mentre 7 o 9% in Italia fino al 12- 15% in Grecia. A qlcn deve essere sembrato furbo vincere facile.

Sembra che finalmente abbiano capito l’importanza di mettere almeno in comune l’approvvigionamento delle fonti energetiche: tutti insieme abbiamo più potere contrattuale e potremmo beneficiarne tutti.

Anche per quanto riguarda i mali del nostro tempo, le delocalizzazioni e le fughe di capitali, è assolutamente evidente che nessuno Stato–Nazione è in grado di fermarle, a meno che non ci blindiamo in un isolamento totale, che nessun investitore verrebbe a scalfire …. Quindi non meno Europa o fuori dall’Europa, ma serve più Europa. Un’Europa sociale, politica, culturale: parametri ambientali e salariali comuni per fermare il piano inclinato dei ricatti sui diritti.

I NEMICI DELL’EUROPA

Allora chi sono i veri nemici dell’Europa? Mi spiace deludere Grillo e Salvini, e la loro sodale Marine Le Pen, ma tutti si devono mettere in coda….

La MerkeI, Wolfgang Schauble, la rappresentante della Bundesbank, Jens Weidmann, la rappresentante tedesca nel comitato esecutivo, Sabine Lautenschläger,  il lussemburghese Mersch insomma tutti i falchi sono i veri nemici dell’Europa: hanno creato un disgusto generalizzato contro l’Europa Unita, massacrato economicamente le classi più umili con la scusa di difendere gli impegni di Maastricht, ma con il capolavoro di un debito pubblico medio in Europa cresciuto dal 66% del 2007, all’87% 2011, al 95% attuale, allargando la forbice sociale in modo inaccettabile e insostenibile e un ascensore sociale fermo per i nostri giovani  o con i tasti solo per la discesa.

La carta di Nizza parla di libertà, giustizia, solidarietà, cittadinanza. Non di rigore e di massacro sociale.

Nessuno stupore:con il fallimento dell’Europa Unita e con Stati-Nazione indeboliti i falchi e gli avventurieri della finanza (ricordiamoci di Junker e del paradiso fiscale garantito agli speculatori….) si fregano le mani e dilagano nel Far West , in cui i primi stracci a volare sono i poveri cristi….. Quindi è di questi avventurieri, in ultima analisi che Grillo, Salvini e Le Pen sono strumento non so quanto inconsapevoli…..

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A fine aprile le autorità politiche e monetarie europee si pronunceranno sulle misure adottate dal governo greco dopo l’accordo del 24 febbraio. Accordo che dà respiro alla Grecia, ma che prepara un ancor più duro show-down in Aprile.

firma la petizione a sostegno del popolo greco per l’Europa della dignità e della solidarietà

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