Trump e l’odio di classe

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Francesco Erspamer
Fonte: facebook

Alcune riflessioni  ‘rubate’ dal diario facebook

di Francesco Erspamer – 10 novembre 2016

Un po’ di numeri, per spiegare a Fabrizio Rondolino, portavoce di Renzi, che il problema in America e ovunque non è il suffragio universale (che lui e il suo padrone vorrebbero abolire) bensì la sua assenza.
Gli Stati Uniti hanno quasi 319 milioni di abitanti e il numero di cittadini aventi diritto al voto è circa 232 milioni. Ma non basta avere diritto; bisogna registrarsi. Il 14% non lo ha fatto: restano 200 milioni di potenziali elettori (l’86% degli aventi diritto). A votare effettivamente in queste elezioni presidenziali sono però stati 125 milioni, ossia il 54% degli aventi diritto. Di questi, 59 milioni 800mila hanno votato per Hillary Clinton, 59 milioni 600mila per Donald Trump (sì, 200mila in meno: nel paese-guida della democrazia chi prende più voti può perdere); dunque, rispettivamente, il 25,8% e il 25,7% degli aventi diritto. Con il 25,7% dei consensi i repubblicani non hanno solo il controllo della Casa Bianca; anche quello del Senato e della Camera e dunque saranno in grado di dominare la Corte Suprema. In sostanza un quarto dei cittadini americani che possono votare (e il 18,6% dell’intera popolazione) deciderà il futuro del paese e dell’altro 81,4%.
Volete che accada anche in Italia? Basta un sì.

—-

Ancora qualche numero (ai giornali non interessano, loro ormai pensano solo al gossip). Trump è diventato presidente ottenendo 1 milione e 300 mila voti IN MENO di quelli che quattro anni fa NON bastarono al candidato repubblicano, Romney, per battere Obama, e 300 mila IN MENO di quelli che otto anni fa ottenne McCain, pure sconfitto da Obama (che in entrambi i casi ebbe 6 milioni e 300 mila voti in più).
Ciò significa che non è che Trump abbia vinto; è che Clinton ha perso. E significa anche che l’astensionismo è sempre una pessima idea.

—–

Facile dall’Italia stare per Trump, senza infomarsi e senza capire cosa significherà per milioni di persone, persone reali, anche persone che conosco. Obama, Hillary Clinton, sono dei liberisti e troppo vicini al potere finanziario ma qualcosa l’hanno e l’avrebbero fatta. Trump, per esempio, vuole revocare Obamacare.
Ecco un post fra i tanti che da stamattina mi capita di leggere di amici americani: “Count me among the many who will die without Obamacare. Perhaps that’s part of the plan. The true horror is what is about to rain on us all – from under our roofs to around the globe. This is significant, and I do not love my opponents” (Includimi fra i tanti che moriranno senza Obamacare. Forse è parte del piano. Il vero orrore è ciò che ci sta per cadere addosso, su tutti noi — sotto i nostri tetti e nel mondo. Questo conta e non voglio il bene di quelli che lo hanno voluto).
Si avvicina una bufera e i più esposti hanno paura. Dovremmo averla tutti.

———–

Trump non ha cavalcato una protesta; ha cavalcato l’odio di una classe media impoverita economicamente ma anche spiritualmente e culturalmente, gente che fa una vita di merda e però non mai provato a combattere chi l’ha ridotta in quella condizione (le grandi multinazionali) preferendo prendersela con chi ha meno — i poveri, le minoranze, i deboli.
Bisogna guardare ai dettagli per capire il vento che soffia nel centro degli Stati Uniti; per esempio ai referendum locali che sempre accompagnano le elezioni. In Nebraska più del 60% dei cittadini ha votato in favore della reintroduzione della pena di morte, eliminata solo un anno fa dai parlamentari di quello stato. In Oklahoma, dove non è mai stata abolita, il 66% ha approvato un emendamento alla Costituzione dello stato in cui si afferma esplicitamente che le esecuzioni capitali non possono essere considerate crudeli, quale che sia il modo scelto per effettuale.
Fischia il vento, in America, infuria la bufera; ma non il vento e la bufera della canzone partigiana. È un’aria fetida quella che arriva dalle grandi pianure e che ha spinto Trump alla Casa Bianca e al controllo pressoché totale del paese. Può nascere qualcosa di buono da una disperazione vuota di empatia, da una rabbia priva di ideali e di coscienza? Solo se saprà scatenare un movimento di resistenza.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.