Autore originale del testo: Turi Comito
Fonte: megachip.globalist.it
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Trionfi (di ipocrisia) / 2
di Turi Comito
Nel discorso in cui ha commemorato il reporter James Foley (l’uomo che appare decapitato nel video targato ISIS), il presidente USA Barack Obama ha detto che «non c’è spazio nel XXI Secolo per uno Stato islamico».
Pare di capire che intenda, con l’espressione “Stato islamico”, non un qualunque Stato islamico (poiché ci sono decine di Stati islamici) ma uno Stato islamico in particolare nel quale, ad esempio, si taglino le teste per le più svariate ragioni, non siano tollerate religioni diverse da quella islamica, non si rispettino i diritti umani, non esista alcuna (né formale né sostanziale) parità tra uomini e donne, ecc. ecc.
Uno “Stato islamico” del genere in effetti fa un poco schifo. Anzi fa proprio vomitare.
Solo che nel XXI Secolo lo spazio c’è eccome per questo Stato islamico, e infatti esiste e combatte insieme al presidente Obama.
E’ uno stato dove la pena di morte (per lapidazione, impiccaggione e, soprattutto, decapitazione) viene comminata per reati che vanno dall’omicidio, alla rapina a mano armata, alla (udite udite) apostasia, all’omosessualità, all’adulterio, al consumo e traffico di droga e molto altro ancora.
E’ uno stato dove le donne, ad esempio, non possono manco avere la patente di guida e, eccezionalmente – invece che lapidate, impiccate o decapitate – possono essere uccise con un colpo di pistola alla nuca per evitare che si tolgano il velo durante l’esecuzione.
E’ uno stato dove chi non è musulmano non può mostrare né men che meno praticare pubblicamente la sua fede e dove non è ammesso né l’ateismo né l’ebraismo (il tutto a pena di deportazioni e punizioni corporali di una certa consistenza che possono arrivare fino alla morte, ovviamente).
E’ uno stato dove esiste ancora il traffico di schiavi (ufficialmente abolito nel 1962).
E’ uno stato dove possono essere mutilati i ladri (o presunti tali, ché il sistema giudiziario in questo paese non è che sia proprio il massimo della certezza del diritto).
Ed è uno stato dove il ministro della giustizia può dichiarare tranquillamente a Washington che tutto questo (e molto altro ancora) non può essere cambiato, perché «queste punizioni sono basate su testi religiosi divini». E ci mancherebbe altro, viene da aggiungere.
Questo Stato islamico ha tutto il diritto di esistere nel XXI Secolo – malgrado le commosse, commoventi e convincenti parole del presidente Obama – e contro di lui non v’è traccia non dico di alcuna guerra per l’esportazione della democrazia, ma nemmeno di una qualche sanzione economica. Così, giusto per “épater les bourgeois”.
Questo Stato islamico ha tutto il diritto di esistere nel XXI Secolo per la semplice ragione che questo stato è “amico” (ma sul serio, non per scherzo) del presidente Obama e di tutto il blocco economico e militare che ha a che vedere col presidente Obama (Italia compresa).
Questo Stato infatti ospita circa dieci basi militari americane ed esporta in tutto il mondo (“civile” o “incivile” che sia) circa 7 milioni di barili di petrolio al giorno.
Questo Stato islamico non è però quello cui si riferisce il presidente Obama e che non ha spazio nel XXI Secolo.
Questo Stato non ha nulla da temere per la sua sopravvivenza.
Questo Stato islamico si chiama Arabia Saudita. Ossia il principale sostenitore e finanziatore dello “Stato islamico” in fieri sulle macerie del Levante.
Ed è nostro amico.
E, come diceva Giolitti, la legge ai nemici si applica e per gli amici si interpreta.
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Nell’articolo che segue una incoraggiante notizia sull’ottimo stato di salute nel XXI Secolo del suddetto Stato islamico e sul pessimo stato di salute – dopo decapitazione avvenuta ieri l’altro – di quattro cittadini di questo Stato trovati in possesso di hashish.