di Fausto Anderlini – 21 febbraio 2018
Singolare presenza nella compagnia di giro
Tre estranei, tre furbacchioni nella casa del popolo dove passarono i massimi dirigenti del Pci, eretici compresi. Un parassita commensale, l’unico nativo del luogo, un clericale alieno, per quanto ostentatamente tifoso del Bologna, come già Gianfranco Fini. Un personaggio specializzato nel lucrare un seggio in casa d’altri. Molto simpatico. Franza o Spagna pur che se magna. Un faceto toscano che a parte tutto il resto è stato così abile da trasformare una regione in becchime per i suoi amici e clientes. tutti dello stesso ceppo. Un segretario di ‘minoranza’ venuto dalla Calabria la cui condiscendenza è stata retribuita con un seggio a San Giovanni, il primo comune socialista della bassa caduto proprio in coincidenza col suo mandato.
Tutti sorridenti e garruli, mentre il Pd periclita nella disistima generale. E son sicuro che in cuor loro pensano, ridendosela di gusto: “come sono fessi e generosi questi ‘comunisti’ bolognesi che ci guardano, ci applaudono, ci chiedono i selfies” e ci voteranno pure. Una mutazione indecorosa. Una scena degna delle più feroci commedie all’italiana. Poi guardo meglio quella foto e vedo che ritto, in alto a sinistra, c’è anche Sergio Maccagnani. Il Sindaco di Pieve di Cento, col quale a suo tempo, facemmo bellissime investigazioni sull’alta Galliera. Uno degli ultimi giovani esponenti di una classe amministrante diffusa ancora riconoscibile in una ‘cultura politica’ che era il motivo della nostra ‘differenza’, del nostro orgoglio politico, generale e locale. Prima dell’invasione degli ignoti arrivisti issati con occasionali primarie (ora peraltro, chiuso il ciclo della ‘rottamazione’ di quella stessa cultura, cadute anch’esse in disuso). E mi domando: ma che cazzo ci fa lì in mezzo ?