Fonte: politicaPrima
Url fonte: http://www.politicaprima.com/2015/12/la-misericordia-lettera-d-dal-carcere.html
La Misericordia. Lettera d’amore dal carcere
di Giangiuseppe Gattuso – 8 dicembre 2015
Ho scritto più volte su Totò Cuffaro da quando, dal 22 gennaio 2011, si trova recluso a Rebibbia. In occasione della pubblicazione dei suoi libri:
“Il candore delle cornacchie” e “Le carezze della nenia”, due opere scritte con il cuore e rivelatrici di un uomo con una sensibilità, una fede e una cultura, poco comuni. Di lui conoscevamo la profonda umanità e la particolare attitudine al rapporto diretto e affettuoso con i suoi elettori.
Un’altra volta ho volito sottolineare la rigidità del sistema carcerario quando venne richiesta l’assegnazione ai servizi sociali per il residuo di pena da espiare. La decisione del giudice fu negativa perché il “detenuto” non si era pentito e non aveva collaborato. Un’altra ancora per rilevare il suo esemplare comportamento al confronto di altri politici anch’essi con problemi giudiziari. E a maggio scorso in occasione della lettera al Direttore di Avvenire e pubblicata in prima pagina il 7 aprile 2015.
Questa volta, invece, Totò ha vinto un premio, a pari merito con un altro detenuto, Mario Musardo da Tempio Pausania. Si tratta del concorso nazionale “Lettere d’amore dal carcere” nel quale i detenuti di tutt’Italia, quest’anno in 600, diventano poeti. La narrazione come terapia riabilitativa per la persona rinchiusa tra le sbarre. Un’iniziativa giunta al terzo anno ed insignita con la medaglia del Presidente della Repubblica. La cerimonia di premiazione si è svolta il 27 novembre scorso a Lanciano (Chieti), la cui Casa Circondariale fa da capofila al progetto.
L’iniziativa fa parte del più antico concorso nazionale “Lettere d’amore” organizzato dall’Associazione Culturale AbruzziAMOci e, altra curiosità, è stato istituito il Museo della Lettera d’Amore presso il Comune di Torrevecchia Teatina (Chieti).
L’idea, non c’è che dire, è molto bella e originale. Rappresenta un modo per coinvolgere e far sentire partecipi persone che per i motivi più diversi si trovano privati della libertà in una condizione di indubbia sofferenza. E quest’anno, a conferma della validità dell’iniziativa verrà pubblicato un libro con una raccolta di oltre 100 composizioni.
La lettera di Cuffaro faceva parte dei contributi in preparazione al 5° Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze dello scorso novembre 2015. A tal fine, il 6 giugno 2015, la Caritas Italiana, ha organizzato un Seminario di Studio “Dal carcere un nuovo umanesimo. Voci, volti, esperienze”, proprio nella Casa Circondariale di Rebibbia.
Parole profonde, intense, accorate. Nelle quali si coglie il dolore e la speranza che si sente tra le sbarre. In quei lunghi corridoi dove “la presenza di Cristo è una costante per tutti coloro che soffrono”. Di seguito ho voluto riportare alcuni brani della lettera, e per chi volesse leggere il testo completo cliccare questo link.
La Misericordia “Ha l’anima e il lavoro della Caritas, dei cappellani, delle suore, dei tanti volontari, ha il volto dei detenuti, ha il calore dell’amore e parla le parole semplici e buone del cuore e diventa dono e solidarietà. È sostegno per tanti detenuti e assume il significato della necessità, e può essere nello stesso tempo una misura di come affrontare la pena e di alternativa alla pena. E quando lo Stato e la società un giorno riusciranno a spezzare le catene, tutte le catene, anche quelle delle carceri si scioglieranno e il carcere senza le sue catene morirà.
Allora, solo allora finirà il carcere luogo per emarginare i cattivi, lontani dai buoni, e potrà rinascere come un luogo dove vive, piange, soffre, prega e spera una parte della nostra società. Allora sarà più libero il popolo e libero e certamente più buono lo Stato.
Proprio Dio, per primo, sceglie di incontrare e stare con le persone detenute. La Misericordia si aspetta senza pretenderla che l’uomo spezzato dalla vita La accolga, e faccia del suo dolore e della sventura una occasione per incontrare se stesso, gli altri e Dio. La Misericordia è qualcosa di più che una prerogativa esclusiva di Dio, appartiene anche all’uomo: è dono, è amore, è rispetto dell’altro e della sua libertà, è comprendere senza mai stancarsi, è compiere il bene. La vita è un ricominciare sempre, ogni giorno, ogni istante.
Il Papa, ha annunciato il Giubileo Speciale della Misericordia ed ha voluto per il 6 Novembre 2016 il giorno del Giubileo del detenuto, riaffermando e ribadendo la sua attenzione per chi è privato della libertà.
Sarebbe bellissimo che la Giustizia dello Stato desse una giusta risposta a una così forte scelta di attenzione del Papa per il mondo delle carceri consentendo ai detenuti di essere presenti per quel giorno in Piazza San Pietro. La Misericordia e Papa Francesco hanno fatto sì che è “parimenti sacra” la porta di sbarre del luogo che custodisce il dolore e priva della libertà. La Misericordia da sentimento al carcere e fa in modo che il carcere non sia storie di corpi ma di anime”.
Insomma, Totò Cuffaro resta un personaggio molto discusso. Suscita reazioni contrastanti e spesso aspre, ma è ancora amatissimo da un numero considerevole di siciliani e non solo.
Tra qualche giorno, pare giorno 16, sarà di nuovo un uomo libero. E anche un uomo profondamente diverso, toccato nell’anima, consapevole della sua storia, dei suoi errori, del ruolo enorme che ha avuto. Un’esperienza unica e difficile, complicata, che ha segnato la storia e il futuro della Sicilia.
Al confronto, i personaggi che lo hanno sostituito, per dirla alla De Luca, passeranno alla storia come “personaggetti”. Più volte ha dichiarato di voler andare in Burundi a fare il medico volontario in quell’ospedale “Sicilia” che da Presidente della Regione ha fortemente voluto. E dove, sono certo, si farà amare.