Fonte: Il Corriere della Sera
Tortorella: «Non chiesi un incontro a Gorbaciov per fermare la svolta di Occhetto»
Lo storico dirigente comunista (vicino a Ingrao) contesta la ricostruzione dell’ultimo segretario del Pci, che alla Bolognina chiuse la storia del partito
Caro direttore,
leggo in ritardo l’intervista rilasciata da Achille Occhetto al suo giornale. Riferisce una menzogna appresa da un ignoto autore in cui si dice che ci sarebbe stata la richiesta di un incontro segreto con Gorbaciov di Ingrao e mio assieme a Cossutta per «scomunicarlo» al tempo della cancellazione del Pci… Forse pensando che io, ormai vicino ai cento anni, fossi già morto, come Ingrao, oppure del tutto rimbecillito e immemore, distratto, come purtroppo sono, da malattie in famiglia. Io non ho mai incontrato o chiesto di incontrare Gorbaciov in privato e meno che mai per chiedergli qualcosa o addirittura una «scomunica» di Occhetto.
Non ho mai saputo di questa richiesta. E, se c’è stata, poteva riguardare solo dirigenti amici della dirigenza sovietica. Cioè l’opposto di ciò che Ingrao e io eravamo diventati da gran tempo. Entrai nella segreteria del Pci (era il 1980) nell’ultima fase della vita di Berlinguer, quando ogni rapporto con i sovietici era stato rotto e si completerà la rottura anche sul piano ideale con l’affermazione di Berlinguer, da me condivisa, della «fine della spinta propulsiva della Rivoluzione di ottobre». Contrastai a viso aperto con Ingrao ed altri la cancellazione del Pci, proposta dalla svolta dell’89, perché temevamo, come accadde, la rottura di una comunità popolare e umana e perché faceva apparire lo scioglimento del nostro partito come un’appendice del crollo sovietico.
Quando invece la parte sovietica aveva combattuto con ogni mezzo il rinnovamento del nostro partito. Aggiungo che Ingrao ed io stesso, nell’assemblea della nostra mozione precedente il congresso di scioglimento, votammo contro (restando minoranza) la fusione tra la nostra opposizione e quella di Cossutta per la diversità radicale dei punti di vista. Perciò, non potendolo fare più lui stesso, penso di dover smentire la menzogna anche per quanto riguarda Ingrao, la cui posizione politica era divenuta, come per altri di noi, del tutto opposta al regime sovietico (passerà la vita a condannare la propria posizione favorevole alla repressione sovietica della rivolta popolare ungherese). Questa menzogna può essere stata ideata e formulata solo da coloro che, di fronte alla smentita dei fatti, cercano di far passare la opposizione alla liquidazione del Pci per il contrario di quello che era per Ingrao, per me e per altri. Era il tentativo per mantenere aperta e viva a livello popolare l’idea di una alternativa ad una società di ingiustizie e di guerre.
* ex dirigente del Pci