Autore originale del testo: Fausto Anderlini
Passaggio di sistema
Il tentativo di dar corpo a una nuova ‘sinistra di governo’, ovvero a un blocco politico-sociale orientato a sinistra e a vocazione europeista è stato sconfitto. Sconfitto, abortito, fallito. Sull’imbocco del collo di bottiglia il cui passaggio avrebbe potuto dischiudere una nuova fase politica e una nuova identità soggettiva. Poi ci sarà tempo per approfondire quale dei tre aggettivi sia quello più adatto. Renzi è stato il sicario di molti mandanti, e non è la prima volta nella storia che un delinquente incarna momentaneamente la necessità di un passaggio storico.
Il governo Draghi è l’ennesimo salto nel buio, un altro azzardo su quella traccia del ‘governo presidenziale’ i cui primi esperimenti si sono affacciati fra la prima e la seconda repubblica e sono maturati sotto la reggenza Napolitano. Di fatto l’Italia, sotto l’incalzare delle più varie emergenze, è diventata una repubblica parlamentare con delega di pieni poteri alla Presidenza. Col Presidente della repubblica sempre meno garante della costituzione e sempre più incarnazione del potere esecutivo diretto. Una situazione la cui ambiguità è ormai insostenibile senza un cambio di sistema. In senso presidenziale, appunto.
Draghi avrà a suo sostegno una maggioranza parlamentare abborracciata e tenuta insieme obtorto collo. Destra e sinistra sfarinate. Un arco che spazierà dal Pd alla Lega, quest’ultima di fatto de-salvinizzata e deragliata dal corso sovranista. Un coacervo neo-centrista con orientamento destrorso. Almeno stando alla figurazione parlamentare. M5s e Lega spaccati. Ai due lati del blocco due residui contrapposti di irriducibili.
E’ il termidoro. Dal punto di vista sostanziale le basi del Commissario Draghi saranno la continuità dello Stato come apparato, neutro in quanto la sua forza è intrinseca alla sua necessità ordinamentale stessa. E il dominio della finanza: ovvero l’interesse sistemico del capitale in generale di contro ai particolarismi dei ‘molti capitali’ (coi suoi ‘capitalisti’). Marxismo allo stato puro. Due forze sistemiche neutre e convergenti. Tecnicamente indissolubili: lo Stato e il capitale. Lo stato economico prima che sociale. Infine le mani su recovery, ovvero la ristrutturazione economica del paese col costo del debito scaricato sul solito noto: il lavoro. Sebbene il suo sfruttamento sarà ‘illuminato’, con il beneplacito di qualche innocua convergenza pattizia corporativa. Comando ‘illuminato’. Nessun compromesso.
Indi Draghi salirà al colle e di lì dirigerà l’ultima fase del passaggio di sistema con tutti i correlati dei cambiamenti istituzionali. La nuova gabbia d’acciaio, tomba di ogni velleità populista e/o popolare. E di ogni democrazia, diretta o delegata, che non sia ‘sorvegliata’.
Ben scavato Mattarella.