Suona la campana per i parlamentari Pd

per Gabriella
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Fonte: facebook

di Alfredo Morganti – 26 febbraio 2015

La campanella democratica

È molto probabile che i macrosignificati e le convinzioni profonde le si afferrino più da una comunicazione qualsiasi che dai grandi discorsi. Come quello sulla Generazione Telemaco, ad esempio (ammettendo che si sia trattato di un grande discorso). Tanto si sa che poi sono i ghostwriter a rompersi la testa su certe frasette ed è quasi loro responsabilità l’effetto ideologico del testo. E invece le piccole cose (di pessimo gusto), come una semplice lettera di convocazione per i parlamentari, la dicono lunga sulla considerazione effettiva, sul rispetto che si nutre e sul riguardo verso, per dire, l’autonomia dei gruppi parlamentari. Così è stato ieri. Renzi (anzi ‘Matteo’) ha scritto ai parlamentari democratici e li ha invitati a discutere quattro tematiche fondamentali (Scuola, Rai, Ambiente, Fisco) venerdì pomeriggio, con una scansione dei tempi che somiglia davvero tanto all’orario scolastico (14-15 scuola, 15-16 Rai, e così via). E con l’invito, nel caso di indisponibilità, a far pervenire dei testi scritti, tipo compitini. Purché siano “brevi e in linguaggio semplice, astenetevi dal burocratese” ha raccomandato lo stesso ‘Matteo’.

Tralasciamo, per un attimo, l’osservazione che i gruppi parlamentari li deve convocare il Presidente del gruppo, non il segretario di partito ma-anche premier. Mi preme, soprattutto, sottolineare la considerazione davvero scarsa che traspare dalla lettera verso senatori e deputati (e, in modo traslato, per il Parlamento). Non credo affatto che si tratti di un incidente (un testo di cui non si sia valutato l’effetto secondario). Penso invece che il messaggio vero sia: non contate nulla, siete capaci solo a fare ostruzionismo, il vostro contributo è zero, io me ne frego, vi faccio parlare solo perché sennò me lo rinfacciate. Dice ‘Repubblica’ che a Palazzo Chigi si sono schermiti: “Li coinvolgiamo e si arrabbiano perché le forme non sono quelle che vogliono. Ma se lo ricordano che abbiamo vinto le primarie con il 68% e portato il PD dal 25 al 41% in un anno […] i nostri non ne possono più di divisioni”, quindi zitti, discutete in modo contingentato, fate i compitini e non rompete troppo i cabbasisi. Chiarissimo.

Il punto è anche un altro. Dopo che i pareri e le osservazioni delle Commissioni parlamentari sul tema jobs act sono restati lettera morta, perché i deputati e senatori PD dovrebbero legittimare la giornata scolastica indetta per venerdì prossimo? Sanno benissimo di essere a malapena sopportati, di essere considerati pesi morti, zavorre, chiacchiericcio profuso in un’aula sorda e grigia. Pur tuttavia l’Italicum presto renderà lo stesso Parlamento una congrega di nominati, e quindi di fedelissimi, una specie di staff allargato del premier e dei segretari di partito, e questo non metterà a loro agio i parlamentari per il futuro e sin da ora. In virtù di ciò, molti faranno i compitini, cercheranno di arrivare in orario ai cancelli della scuola, eviteranno di entrare alla seconda ora (che poi serve pure la giustificazione di Guerini) e incenseranno chi va incensato, sperando che nessuno sia rimasto deluso dal loro intervento in 140 caratteri non burocratico ma pieno di cmq, nn, x, segr, pres, cav, lup, mann, perché sennò sarebbe un guaio. Io dico questo: ho preso coscienza in via definitiva, dopo 40 anni, di essere stato infine privato anche di un partito (non solo dei vecchi sogni e della speranza in un mondo più giusto). Ma vedere questo spettacolo indecente fa ancora più male al cuore di un lutto politico. Anzi, è un pezzo di quel lutto.

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