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di Luca Billi – 10 febbraio 2017
Serve davvero uno stadio nuovo ad Olimpia? C’è già quello che si trova ad oriente del tempio di Zeus, alle pendici del monte Cronos; fino ad ora è stato sufficiente per ospitare i grandi giochi panellenici.
Eppure, da quando Stesippo di Caria ha cominciato a sostenere la necessità di questo suo progetto, i cittadini della gloriosa città dell’Elide sembrano discutere soltanto di come debba essere costruito, su quale area e quanto terreno debba occupare, ma nessuno pare interrogarsi se un nuovo stadio sia effettivamente qualcosa che serve alla città.
Stesippo è arrivato ad Olimpia con il progetto di costruire questo nuovo stadio e ha spiegato all’assemblea dei cittadini che naturalmente tutte le spese saranno a suo carico. Il costruttore della Caria pare sia molto ricco, appena arrivato in città ha fatto grandi offerte ai templi e i sacerdoti, specialmente quelli potentissimi del tempio di Zeus, hanno cominciato ad avere uno speciale riguardo per questo straniero e per il suo ambizioso progetto. Stesippo ha portato in assemblea anche tanti vincitori dei giochi, i grandi beniamini degli spettatori, e tutti loro hanno detto che un nuovo stadio è necessario, che in un nuovo stadio loro potranno eccellere ancora di più e che il pubblico sarà più comodo e potrà seguire meglio le gare. I politici di Olimpia all’inizio si sono dimostrati sospettosi verso il costruttore dell’Asia minore, ma poi anche loro hanno cominciato a convincersi che il nuovo stadio è necessario. Stesippo è stato molto generoso, ma non voglio certo accusare quei nobili personaggi di essersi convinti solo grazie alle sue offerte. Sono prima di tutto i cittadini di Olimpia che vogliono il nuovo stadio, per tanti artigiani della città sarà un’occasione unica, ci sarà lavoro e opportunità di ricchezza per molte persone, girerà tanto denaro attorno a quei cantieri.
Perché Stesippo non si limiterà a costruire soltanto lo stadio, ha progetti più ampi, intende realizzare vicino all’impianto tutta una serie di botteghe da affittare a commercianti, osti, prostitute, insomma quelli che fanno affari quando appassionati da tutte le città greche arrivano ad Olimpia per i giochi. E poi c’è da costruire gli edifici dove saranno ospitati gli atleti, gli spazi per allenarsi, e un teatro per gli spettacoli, e poi ancora case per le persone che ci lavoreranno. Anche un altro tempio, così saranno contenti anche i sacerdoti. E poi le strade per arrivarci e un nuovo ponte sull’Alfeo. Stesippo intende costruire attorno al suo stadio una nuova Olimpia.
In questa euforia nessuno si chiede come verranno utilizzati tutti questi edifici quando non si svolgono i giochi e non vengono ospitati gli atleti e gli spettatori delle altre città. E servono davvero nuove botteghe? Faticano quelle che già ci sono. E cosa ne sarà degli edifici della “vecchia” Olimpia, che prima o poi verranno abbandonati perché tutti i commerci e la vita sociale si concentreranno nella “nuova” città? Cosa faranno i cittadini del vecchio e glorioso stadio. Stesippo parla di riconversione, forse si potrebbe adibire a un uso diverso, magari al suo interno potrebbero essere costruite altre botteghe, altre osterie, altri lupanari; forse un altro teatro. Il mestiere di Stesippo è quello di costruire e lui, e quelli come lui, diventano più ricchi se più costruiscono, ma che ne sarà della città di Olimpia?