Sull’essere assassini…

per Davide Morelli
Autore originale del testo: Davide morelli

La storia è anche questo: tutto l’odio che hanno provato i  santi e tutto l’amore che hanno dato gli assassini. In ognuno  di noi c’è molta distruttività. Ognuno vorrebbe uccidere il mandarino. Ed allo stesso tempo come si suol dire la strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni. È difficile giudicare. L’uomo potenzialmente è tutto. Spesso è questione di un attimo e la tua vita è decisa per sempre. Talvolta sono solo i freni inibitori che distinguono un assassino da un santo. Talvolta le circostanze. Se si fa una cosa una sola volta in moltissimi casi non è detto che si sia giudicati per sempre per quella azione, ma se uno uccide una sola volta sarà sempre un assassino. Vi consiglio di leggere un libro di Andreoli: “Voglia di ammazzare”. Quante sono le persone che non possiamo vedere? Quanti vorrebbero far fuori il proprio capo, un collega, la suocera, la moglie o un parente? La psiche è un autentico scannatoio. Quanti omicidi virtuali commettiamo nella nostra mente? Cosa ci trattiene veramente? E se alcuni assassini fossero solo giunti al limite della sopportazione? E se alcuni assassini fossero solo delle persone che hanno reagito di istinto? E poi l’aggressività umana è o no un istinto? A mio avviso non è questione solo di super-Io. Lo stesso super-io non è costituito solo dalla figura genitoriale interiorizzata ma anche dalla stessa nostra aggressività. Perché ad ogni modo diventiamo violenti oppure ci inibiamo? Sono tanti i fattori in gioco. È un enigma la natura umana. Talvolta anche le relazioni con i propri cari sono contrassegnate dalla ambivalenza emotiva. È impossibile, detto in parole semplici, voler bene a senso unico. Gli animali utilizzano molto più efficacemente di noi umani l’aggressività ritualizzata. Gli uomini a differenza degli animali hanno una grande aggressività intraspecifica. Gli animali che noi consideriamo assassini non uccidono così tanto gli individui della loro specie come fa l’uomo. Di solito gli animali, anche quelli più feroci, non uccidono i loro simili. La domanda del Papa Bergoglio, pensando ai carcerati, dovrebbe risuonare nella mente di tutti: “Perché loro e non io?”. Spesso basta davvero un niente.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.