Fonte: facebook
Marco Lang – 17 dicembre 2014
Le affermazioni di Napolitano su “scissioni evocate che determinano instabilità”, e di sostanziale messa all’indice di quanti si oppongono alle “riforme”, sono pesantissime.
Il presidente (quasi) dimissionario è entrato a gamba tesa e senza alcuna giustificazione, nel dibattito interno al PD, scomunicando, sostanzialmente, i timidi oppositori.
Che, ovviamente, tacciono.
Colpisce ma non sorprende il richiamo perentorio al sindacato, che deve rispettare il governo. Forse, col tempo, Napolitano ha sviluppato una idiosincrasia per tutte le forme associative che rappresentano i momenti più alti di organizzazione della democrazia.
È importante la costruzione di un periodo: se “prima” avesse detto che il governo deve rispettare il ruolo del sindacato e “dopo” avesse richiamato il sindacato al rispetto del governo, la sua affermazione avrebbe avuto un altro significato. Non penso che Napolitano possa farsi sfuggire questi particolari.
Colpisce particolarmente che queste affermazioni siano arrivate dopo l’insperato ed innegabile successo delle mobilitazioni sindacali degli ultimi 2 mesi, culminate nello sciopero generale del 12 dicembre: clamorosamente riuscito, malgrado il silenzio mediatico nei giorni immediatamente precedenti.
In pratica, quello di Napolitano è stato un richiamo all’ordine per tutti gli oppositori politici e sociali
Si può far finta di nulla, si può evitare di scrivere che per molto meno fu richiesto l’impeachment per Cossiga; si può evitare di scrivere che, in altrri tempi, frasi molto meno pesanti, avrebbero scatenato editorialisti e commentatori e non pochi avrebbero criticato le parole di un presidente così anticostituzionale.
Si può scrivere che tutti si tiene: la deriva verso una “democrazia” plebiscitaria, nella quale sia sostanzialmente annullato il ruolo dei corpi intermedi, è benedetta dalle élites e santificata da sua maestà Giorgio I
Si può continuare a far finta di nulla?