Fonte: facebook
di Antonio Napoletano 19 settembre 2014
STORIE FAMILIARI.
QUANDO QUELLA SCIACQUETTA ARROGANTE DELLA SERRACCHIANI O QUELL’ALTRA AQUILA DEL PENSIERO E DELL’AZIONE, LA MORETTI, PIU’ ESPERTA IN SALTI DELLA QUAGLIA CHE DI POLITICA, PARLANO DELL’ART. 18 E DELL’ETA’ (SIC!) DELLO STATUTO DEI LAVORATORI, BISOGNEREBBE CHIUDERLE IN UNA STANZA E FARLE ASCOLTARE STORIE COME QUESTA PER ALCUNI GIORNI.
MA VISTO CHE NON SIAMO NORDOCOREANI, NE’ PERFIDI CINESI, QUESTO LAVAGGIO DEL CERVELLO E’ SOLO UN’IPERBOLE, DEL RESTO BEN MODESTA RISPETTO AL CUMULO DI CAZZATE INSENSATE CHE LE DUE SIGNORE IN QUESTIONE SPARGONO IN OGNI DOVE MEDIATICO.
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PERCHE’ DOBBIAMO TORNARE INDIETRO? STASERA ICHINO NON MI HA CONVINTO. FORZA LANDINI , FORZA CGIL.
Claudia Baldini – 19 setembre 2014
Babbo Enrico, seconda elementare, ex partigiano, sindacalista Fiom alla Fiat Trattori-Modena, si ferma dopo il lavoro per collaborare al giornalino di fabbrica. E’ il 1952, due anni dopo l’eccidio delle fonderie. In marzo solo la Fiom scioperò contro la legge truffa e la Fiat mandò agli scioperanti una lettera d’avvertimento. Un mese dopo, quegli stessi operai occuparono la fabbrica per ottenere regole di sicurezza antinfortunistica, nel giro di poco tempo infatti due operai erano morti sul lavoro. La polizia sgombrò al terzo giorno, erano tutti pieni di botte quando vennero rilasciati. Vennero licenziati. CISL e UIL non alzarono un dito a loro favore. Non trovarono lavoro per anni. Alcuni emigrarono, babbo si arrangiava con lavoretti da imbianchino (in Fiat era uno specializzato verniciatore). Facemmo la fame e sopravvivemmo solo grazie alla solidarietà dei compagni vicini di casa. Mamma fu costretta a mille lavori di pulizia presso i ‘signori ‘ e a cucire maglie. NON C’ERA LO STATUTO DEI LAVORATORI E L’ART. 18
1 commento
Ma che ne sanno queste signore di fame e sacrifici! godono di stipendi che un operaio non sogna neppure nei sonni migliori, magari stanno a dieta mangiando pesce e verdure biologiche, e sono a sinistra perché fa tanto chic.