Fonte: la Repubblica
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intervista a Joseph Stiglitz di MASSIMO VANNI, 13 maggio 2017
Il premio Nobel 2001: “Il vostro governo insieme a Macron può far pressione sulla Germania”
PISA. “L’euro deve cambiare e dopo la vittoria di Macron è un buon momento”. Così dice Joseph Stiglitz, invitato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che sta celebrando il suo 30mo compleanno. E che, per l’occasione, ha conferito al professore della Columbia University, premio Nobel 2001, un dottorato honoris causa in Economia.
Professor Stiglitz, il ministro tedesco delle Finanze Schäuble ritiene la scelta dell’euro “irreversibile”. E lei?
“È vero che è irreversibile adesso, ma le regole dell’euro possono essere cambiate. Mentre Schäuble pensa di poter obbedire alle regole senza cambiarle. Regole come il rapporto deficit/ Pil del 3% non hanno fondamento economico. Hanno portato bassa crescita e divergenza crescente tra i paesi dell’area euro”.
Una causa d’instabilità?
“Anche l’Unione monetaria europea può finire, niente è per sempre. Fa parte del lavoro del ministro delle Finanze dire che queste regole non cambieranno mai, altrimenti potrebbe crearsi il panico nei mercati. Ma i Paesi possono anche lasciare euro, lo stesso Schäuble aveva detto che la Grecia poteva uscire. L’Ue deve cambiare, non è vero che le istituzioni non possono farlo”.
Lei consiglierebbe all’Italia di uscire?
“Dopo la vittoria di Macron è un buon momento. Ho fiducia che con il suo avvento Italia e Francia possano persuadere la Germania a cambiare le regole dell’euro. E con delle regole giuste euro può funzionare. Non è un problema di politica economica, ma un problema politico. Ovvero, la riluttanza dei paesi del nord e della Germania a voler riformare il sistema”.
Il fondo salva-Stati Esm dovrebbe diventare un Fondo monetario europeo?
“Quello di cui l’Unione monetaria europea ha bisogno è una unione bancaria, con una supervisione comune ed una assicurazione comune sui depositi per evitare crisi finanziare”.
Cosa pensa del “bail-in”?
“Possono essere molto pericoloso, perché se c’è una banca con sofferenze il meccanismo potrebbe spingere azionisti e correntisi a ritirare i soldi. Meglio una supervisione efficiente per evitare che il meccanismo venga attivato”.
Spagna e Germania sono cresciute, l’Italia no. Quali sono le ragioni?
“La Germania ha una crescita trainata dall’export e beneficia di un tasso di cambio sottovalutato del 15-20% che favorisce le esportazioni. Inoltre il suo sistema produttivo è specializzato in beni ad alta tecnologia e non subisce la concorrenza della Cina. La Spagna viene da una profonda depressione ed è naturale che registri dei tassi di crescita alti”.
E l’Italia perché non cresce?
“Con l’arrivo dell’euro il tasso di cambio è sopravvalutato. Se l’Italia non fosse nell’euro potrebbe svalutare e favorire l’export. Il problema più serio dell’Italia è però il sotto investimento nell’istruzione: i ricercatori più brillanti vanno all’estero e non tornano. Eppoi l’Italia ha perso anni decisivi con Berlusconi in un momento favorevole per fare investimenti”.
L’austeriry favorisce la crescita?
“Questa idea si basa sulle teorie delle contrazioni espansive non sono supportate da nessuna evidenza empirica. Sono sciocchezze. Quello di cui c’è bisogno è un piano d’investimento europeo, con fondi provenienti sia dai singoli Paesi che dalla Banca europea per gli investimenti. Se la domanda è insufficiente è necessario supportarla”.