State sereni

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
State sereni
A nessuno è sfuggito la velata minaccia (neanche tanto) che Marcello Sorgi, su ‘La Stampa’ di ieri, ha proferito senza eccessiva noncuranza. Scrive Sorgi: “Ma metti anche che, in un intento suicida, gli stessi delle [eventuali] dimissioni [del governo] insistessero per mandare a casa il banchiere, giocandosi la fiducia dell’Europa e i miliardi di aiuti… al Presidente della Repubblica non resterebbe che mettere su un governo elettorale, forse perfino militare, com’è accaduto con il generale Figliuolo per le vaccinazioni. A mali estremi, estremi rimedi”. Insomma, se qualcuno avesse solo osato mandare in crisi l’esecutivo per le quisquilie della riforma della giustizia, allora sarebbe stato doveroso, per quanto doloroso, chiamare i colonnelli a Palazzi Chigi. Come in una repubblica sudamericana, come in un paese asiatico. Io non ho percepito soltanto un tintinnare di sciabole, io le sciabole le ho vivamente immaginate. Questi fanno sul serio, ho pensato.
Quando dico che 230 miliardi di euro sono una cifra incommensurabile per il mondo delle imprese, intendo proprio questo, che alla fine si sragiona e si scrivono (e ancor prima si pensano) cose che il buon senso dovrebbe assolutamente sconsigliare, per di più da parte del giornale della FIAT (o come altro si chiama oggi, e cosa è diventata). Per quei 230 miliardi alle aziende siamo oltre le carte false, oltre le manovre con cui si caccia un governo politico pienamente legittimo. Siamo alle minacce, alla voglia di colonnelli, all’idea che si debba decidere e basta, senza tante chiacchiere (politiche ovviamente). La tecnica, intesa come quella cosa che “fa” cose, e che ha in tasca “la” soluzione giusta senza che i partiti e i cittadini ci pensino troppo, è un attimo a sfociare nel pugno duro. Tanto, se i cittadini non contanto nulla e, invece, i migliori, i tecnici, i sapienti tutto, a che serve la democrazia?
E così, dopo tanto ciarlare di populismo, di politici dilettanti, di gentaglia che non capisce un cazzo di politica, ecco che sbuca fuori il vero “populismo”, stavolta tecnocratico e con le stellette. Me li immagino Lor Signori indispettiti per il tempo che stiamo facendo loro perdere. Vedono la carota a due passi, e allora fanno ondeggiare il bastone (anzi le sciabole) per farsi largo. Capiteli, 230 miliardi di euro risolvono almeno la metà dei loro problemi, e per di più a spese nostre. Ossia dei perdenti che pagano le tasse.
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