di Fausto Anderlini – 11 ottobre 2018
Pensiero pirandelliano della notte.
Mi vien da pensare questo. Che viviamo in un’epoca pitrandelliana, cioè basata sull’equivoco. Un tempo, sulle orme di Marx, e di qualcun’altro, si sarebbe parlato di ‘falsa coscienza’. Ma non è più il caso, perchè la ‘falsa coscienza’ era pur sempre l’espressione derivata di una ‘struttura’ dotata di coerenza. Mentre qui abbiamo a che fare con agglutinazioni di coscienza del tutto indeterminate e contraddittorie. Il M5S è essenzialmente una realtà equivoca. Si proclama nè di destra nè di sinistra e i suoi programmi sono un guazzabuglio, come i suoi interpreti dei dilettanti allo sbaraglio. Il suo stesso elettorato è un put-pourri socialmente indistinto unito da uno stato d’animo centrato sul risentimento e confuse attese di emancipazione. Una parte dei suoi elettori continua a dichiararsi di sinistra (ed in effetti da lì proviene), una parte si dichiara di destra (e da quelle parti proviene), una parte, questa in linea con l’autocoscienza equivoca del movimento, si professa con iattanza nè di destra nè di sinistra, cioè di centro. Per quanto, ma solo nei toni, un centro qualunquista e anarcoide, anzichè moderato.
Ma anche il Pd è un partito equivoco. Come è evidente nel fatto che non sa più cos’è, nè sa dove andare, per quanto si sforzi di opporsi (restando immobile) all’equivocità del cd. ‘populismo’. Se la stragrande maggioranza di quelli che ancora si riconoscono nel Pd inclinano orgogliosamente a collocarsi come ‘centro-sinistra’, se non sinistra tout court, c’è però da sospettare che abbiano un’idea minimamente chiara di cosa significhi essere di sinistra. Cosa di più grottescamente pirandelliano di un partito di sinistra che si colloca al centro e ha promosso politiche di destra ? Un partito che veniva da sinistra, è andato a destra ed è finito nel limbo, cioè nella terra di nessuno. Sotto questo punto di vista i due equivoci, M5S e Pd, si somigliano più di quanto non si creda. Del resto anche gli elettori del Pd, anch’essi un put-pourri di classi medie spaurite e di anziani, sono uniti dal risentimento: verso quelli che li hanno abbandonati.
Di fronte a questo magma di equivoci l’unica cosa chiara è la destra a egemonia leghista: un blocco sociale e ideologico in continuità col passato e con alcune idee chiare, dove parole passe-partout come Patria, Nazione, Popolo e Sovranità, tipico lessico della ‘falsa coscienza’, hanno un sapore inequivoco. E se è vero che fra chi sostiene la Lega c’è una certa percentuale di persone che si dichiarano di sinistra, è anche vero che esse hanno una certa coscienza del loro ruolo: fare la sinistra della destra. Del resto anche Salvini viene dal comunismo padano, un rosso-bruno dei promordi. Questa situazione generale non puo durare, perchè gli equivoci son destinati a sciogliersi alla prova dei fatti. La destra, corpo solido e inequivoco, farà allora man bassa dei detriti liberati dall’esplosione del M5S e del Pd, ma anche la sinistra, per quanto minoritaria, ricomincerà ad esistere, sebbene in forme adesso imprevedibili. Insomma la sinistra tornerà a rivivere quando entrambi i due equivoci speculari (e reciprocamente saprofitici) del Pd e dei 5S si squaglieranno. Secondo me prima che non si creda, cioè prima che il sottoscritto doppi la fatidica (e terminale) soglia dei ’70, essendo a mio parere altamente improbabile che il contratto giallo-verde si amalgami in un partito unico della nazione.
E noi che fare? Potrebbe esser razionale non far niente. Stare ad aspettare. Se non altro per evitare azzardi forieri di ulteriori autolesionismi. Del resto essendo già frutto di una decomposizione e ridotti a così mal parata l’idea che proprio a noi tocchi di raddrizzare il rapporto frfa cosciernza e realtà suona un po’ equivoco. Io poi da qualche tempo sono naturalmente bersaniano. Fare poco e con cautela. Stare, aspettare. A suo tempo teorizzai l’amalgama situazionale dei residui sociali e ora, facendo un passo ulteriore sulla via del minimalismo, mi pare normale raccattare cocci e stracci. Per noi non è il periodo dell’agricoltura o della caccia. Ma della raccolta. Meglio: della spigolatura.
Son desto di primo mattino. Nottataccia breve e tormentata da incubi. Ieri durante la genetliaca baldoria devo avere mangiato qualcosa di indigeribile. Non pop corn ma elastici.