Sono ansioso di apprendere una cosa da san Supermario (e non è una battuta)

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Giovanni La Torre
Fonte: i gessetti di Sylos
Sono ansioso di apprendere una cosa da san Supermario (e non è una battuta)
L’attuale Presidente del Consiglio in uno dei suoi articoli che hanno preceduto l’incoronazione, del tipo di quelli pieni di banalità e chimere, che tanto piacciono ai commentatori puri di cuore (e a quelli in malafede) e che hanno fatto gridare “santo subito”, ha espresso un concetto che è stato ripetuto in questi giorni in sede programmatica (almeno così ho letto): non si devono più aiutare tutte le imprese in crisi per il covid, ma solo quelle che hanno un futuro di crescita.
Bel concetto non c’è che dire, però mi sfuggono le modalità concrete per attuarlo. Normalmente questa selezione si può fare per le provvidenze da elargire per nuovi programmi di investimento. In questi casi, finora lo Stato ha sempre delegato le banche a fare l’istruttoria e compiere quelle valutazioni che oggi vengono invocate. Inoltre in questi casi l’impresa che propone il suo programma di investimenti di norma è una società strutturata, con un suo bilancio, con un budget previsionale, con un’analisi di mercato fatta, sia pure molte volte approssimativa. In tale circostanza il lavoro delle banche è quello canonico: valuta i dati esibiti dal richiedente, acquisisce all’esterno informazioni sul settore di mercato, valuta la storia dell’azienda e la sua capacità di reddito e patrimoniale, e alla fine perviene a una conclusione positiva o negativa. Ma, soprattutto, quello che va messo in evidenza è che si tratta, in simili casi, di un numero limitato, sia pure rilevante in assoluto, di richiedenti, quelli appunto che hanno in programma un investimento importante.
Nell’attuale situazione di emergenza, invece, ci troviamo di fronte a centinaia di migliaia, se non di milioni, di imprese, al 99% ditte individuali piccole e piccolissime, oltre tutto sprovviste di bilanci pubblici e di budget previsionali, tutte danneggiate dalla pandemia; francamente non so come si farà a selezionare, a meno di fare dei tagli a priori con l’accetta in base, non so, alla dimensione, al settore, o a qualcos’altro, la qual cosa però sarebbe alquanto discriminatoria e quindi si rischierebbe la rivolta delle imprese escluse. Ecco questo è quanto sono ansioso di apprendere da san Supermario, come farà a selezionare.
Il concetto espresso dal nostro Presidente è molto bello, ma temo che appartenga a quelli espressi nei “discorsi della domenica” da parte di chi non sa come girano veramente le cose, il che fa specie in un “banchiere”. Però a pensarci bene, l’esperienza bancaria di san Supermario è un po’ particolare, lui ha fatto il dirigente di una banca d’affari (Goldman Sachs), dove si è occupato di un settore che vendeva “consulenza” e piazzava titoli, non “denaro” da prestare, e dove la remunerazione avviene con “provvigioni” e non con “interessi”. Poi ha fatto il presidente della Bce, insomma non ha mai avuto esperienza creditizia, quindi non so se abbia esperienza di certe cose.
Ma, ripeto ancora una volta, sono veramente e sinceramente ansioso di conoscere la sua proposta. Penso che ne riparleremo.
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