Sondaggi: Piccola indagine: guardate i sondaggi pubblicati 4 anni fa, da 25 giorni prima fino al 15° giorno antecedente le elezioni

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Antonio Floridia
A PROPOSITO DI SONDAGGI…
Mi sono

divertito

a fare una piccola indagine: sono andato a ricercare i sondaggi pubblicati 4 anni fa, da 25 giorni prima fino al 15° giorno antecedente le elezioni, quando scatta il divieto di pubblicazione.

Conclusione: i sondaggi non sono “sbagliati” o farlocchi: danno il quadro a quel dato giorno di distanza dal voto, e non possono prevedere i movimenti profondi che si producono tra coloro che decidono se e come votare nell’ultima settimana o all’ultimo momento
Ho fatto la media dei sondaggi degli ultimi 25 giorni prima del voto del 4 marzo 2018.
Questi i confronti tra i sondaggi e i risultati effettivi
FORZA ITALIA 16,6 — 14,0 (-2,6)
LEGA 13,5 — 17,3 (+3,8)
FdI 4,4 – 4,8
PARTITO DEMOCRATICO: 22,6 vs, 18,8 (- 3,8)
M5S 27,5 vs, 32,2 (+ 5,2)
LEU 5,6 — 3,4 (- 2,2)
Che dire, è evidente che negli ultimi 15 giorni, la Lega e, soprattutto, il M5S si sono giovati delle scelte finali degli elettori last minute. Il Pd era sovrastimato? No, semplicemente – in termini relativi – erano elettori che avevano già deciso il voto, e che non avevano remore a dichiararlo, e fin quando era ancora alto il numero degli indecisi, la % del PD restava alta….Gli elettori erano sempre quelli, erano gli altri che poi entravano in gioco, e votavano Lega e, soprattutto, M5S. Con una differenza: la somma Lega, FI e FdI nei sondaggi (37,0) era esattamente uguale a quella finale (37,2), non così per il CS.
Che succederà quest’anno? è molto verosimile che quest’anno ci sia un numero ancora maggiore di elettori “last minute”; l'”offerta” è diversa, metà di quel 32% del M5S erano ex-elettori di destra che a destra son tornati già alle Europee del 2019, e così si spiega il 46-50% che viene dato alla Destra oggi dai sondaggi, rispetto al 37% del 2018. Forse – dico, FORSE – c’è una similitudine con il 2018: il Pd sembra in affanno, non sembra proprio in grado di suscitare ondate rilevanti di consenso dell’ultima ora, tra chi è più distratto, meno interessato alla politica, tra chi fino a questo momento non si è posto nemmeno il problema del se e del cosa votare…Per di più, la sciagurata “strategia” coalizionale del Pd ha avuto un bell’effetto: che oggi il Pd è insidiato a destra dal duo Calenda-Renzi (che ben pochi voti toglieranno alla destra) e a sinistra da un rinvigorito M5S, che sta recuperando i “suoi” ex-elettori che alle regionali e alla comunali si erano per lo più astenuti e – da quel che sembra essere riflesso anche dagli ultimi sondaggi – raccogliendo voti da sinistra (Leu e Pd).
Vedremo: resta un interrogativo a cui potremo rispondere solo la notte del 25 settembre: cosa faranno gli elettori “last minute”? elettori tra cui, una parte consistente, vota “fiutando” il vento, salendo sul carro del vincitore? Può anche essere che, vista la confusione, se ne stiano a casa, (e quindi la percentuale dei votanti scenderebbe fin verso il 65%, come stimano alcuni istituti (rispetto al 72 di quattro anni fa). Ma può essere che, anche quest’anno, qualcuno, o qualcuna, riesca a “passare” come la novità, quello/a “da provare”. In assenza di partiti seri, oramai, molti elettori si muovono così, come piume al vento…
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