di Andrea Colli 29 ottobre 2015
Ormai è noto che il Pd, non riuscendo politicamente a cacciare Marino ha cercato di far cadere il sindaco sul dossier carte di credito, esattamente come quando il centrodestra sosteneva del Pd ai tempi di Berlusconi, imputandogli di tentare di abbattere l’ex cavaliere con la magistratura, non riuscendo con la politica, anche se ovviamente con le debite proporzioni dato che Berlusconi di reati veri ne ha commesso a frotte.
Però salta all’occhio (almeno per ora) che per Marino si siano mossi subito la Corte dei Conti e la Procura di Roma anche se non risulta per ora indagato, mentre a Firenze – come scrive Davide Vecchi – “sulle spese di Renzi, invece, la vicenda è invertita: l’oggi premier non ha reso trasparente neanche un pranzo; Lino – un ristoratore che lui frequentava assiduamente già ai tempi della presidenza della Provincia (quando in pasti spese 600 mila euro: calcolo della Corte dei Conti) – ha dichiarato al Fatto che mandava le fatture dei pasti direttamente a Palazzo Vecchio. Da qui la magistratura contabile ha aperto un fascicolo, mentre la Procura di Firenze, a quanto è dato sapere, ha ritenuto per il momento di non intervenire e l’opposizione del Consiglio comunale di Firenze non riesce a vedere gli atti relativi alle spese (diritto peraltro consentito dalla legge), dato che il buon Nardella si rifiuta di renderli visibili.”
Chissà, forse la situazione è inquadrabile nella descrizione che il bravo giornalista di inchiesta Davide Vecchi ha fatto nel suo libro “L’intoccabile: Matteo Renzi, la vera storia” , dove si racconta LA STORIA degli accordi, dei compromessi e di tutto ciò che muove la sua macchina politica, LA STORIA dei soldi, tantissimi soldi, che arrivano dalle fondazioni create ad hoc per autofinanziarsi e dalle società avviate a scopo puramente personalistico, LA STORIA dell’intesa profonda con Verdini e Berlusconi, LA STORIA dei fedelissimi del premier, tra cui l’amico di sempre, quel Marco Carrai che lo introduce nel circolo dei poteri forti che lo hanno reso un intoccabile e dove la frase di Giuseppe Matulli (ex leader democristiano in Toscana e tra i primi sostenitori di Renzi) rimane scolpita: “Tra dieci anni questo qui o è presidente del Consiglio o è in carcere”. Vedremo se la storia politica odierna ci riserverà sorprese.