“I social sono soltanto degli strumenti, tutto dipende da come li usi”: FALSO

per ppcaserta
Autore originale del testo: Pier Paolo Caserta

di Pier Paolo Caserta, 25 giugno 2017

La governance che si sostituisce alla politica sottrae ogni necessità ad una visione di lungo periodo. Non sorprende che oggi non esistano probabilmente più statisti. Tutto quello che rimane è il momento. Ecco pronto, allora, anche il giocattolino per immergerci in questo fluire senza fine, in un presente eternizzato nel quale ogni evento, anche il più insignificante, ha drammaticamente bisogno della nostra opinione, del nostro commento e la privazione della partecipazione politica viene compensata dalla possibilità di diventare gli eroi di una porzione di altermondo nella quale ognuno è l’indiscusso centro (geniale sul serio). Nel mondo di internet, tutto scivola via con rapidità impressionante e diventa certamente più difficile ritessere il senso d’insieme. Difficile, non impossibile, e questa, si dirà, deve essere una prima e fondamentale via di fuga: l’uso consapevole del mezzo. Purtroppo, però, non può bastare. La nostra dipendenza dalla tecnica va oltre ogni immaginazione, al punto da precludere la possibilità di un uso davvero consapevole del mezzo, che del resto, mezzo non è. L’equivoco sta proprio qui: uno strumento, dipende da come lo si usa. Ma lo strumento siamo diventati noi, dopo averlo creato; strumento che, invece, è diventato il fine.

Per tutto questo c’è anche un nome, si chiama capitalismo delle emozioni. L’uso del social produce un effetto di rinforzo sulla nostra autostima. Più o meno, qualunque cosa scriviamo qualche pacca sulla spalla arriverà, in forma di benevoli “like”. Il meccanismo è noto da tempo non soltanto a chi ne trae lauto vantaggio, ma anche agli analisti che lo studiano. Quello che, dopo parecchi anni, possiamo sicuramente aggiungere è che il gioco ha raggiunto allo stesso tempo una dimensione planetaria di massa e vette altissime in termini di efficacia. Gli utili delle multinazionali che ci forniscono gentilmente le piattaforme senza le quali non esistiamo crescono a dismisura. Ma l’uso dei social “è gratis e lo sarà sempre”. Si capisce.
A qualcuno, forse a molti potrà ancora sembrare poco, ma è un fatto che quello stesso sistema tardo-capitalistico che produce nell’individuo una ferita mortale, un deficit di autostima, gli fornisca poi lo strumento per illudersi di sanarlo. Così, felice e beato, l’individuo, indiscusso protagonista del suo stesso piccolo mondo, rinuncia di buon grado a fare qualcosa per risolvere le crescenti storture del mondo vero. In cambio della perdita della partecipazione politica, gli vengono forniti molti e graziosi giocattolini che gli permettono di trasformare le privazioni in giornaliere e trionfali vittorie. Con il risultato, senza precedenti, che mentre ci viene tolto molto in dosi omeopatiche, noi, grati, ringraziamo per quanto di totalmente illusorio ci viene dato.

 

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