Fonte: Il Manifesto
Il 24 luglio, quando ho letto l’intervista di M. Smeriglio (riportata in calce), sono rimasto stupito dai toni inutilmente aspri e ancora di più mi avevano colpito i toni entusiastici di numerosi esponenti di SEL inorgogliti dai modi virili dell’intervista. In questi 15 giorni ripetutamente mi sono venuti alla mente alcuni nodi che Smeriglio ha portato al pettine. Dapprima vale la pena di riconoscere che Smeriglio ha ragione nel reclamare un processo autenticamente democratico e ancora che la lista Tsipras rischia di girare intorno al proprio ombelico, una specie di riserva indiana lontana dal popolo dalle persone in carne ed ossa. Ma qual é la strada da imboccare? E da dove iniziare? I toni di Smeriglio usati nei confronti dei “saggi” sono stati infingardi, non solo per il linguaggio eco delle stupiditá di Renzi sulla forza della giovinezza e sul fatto che “contro questi giovani, i saggi fanno da tappo” e come si spiega la protesta per le relazioni di 40 minuti, non ho alcuna voglia di polemica ma per discutere in modo approfondito non si possono usare i Twitter di Renzi. E non invidio i vari Fassino, Cuperlo e c. cresciuti sui lunghi documenti del PCI e ora costretti ad interpretare e rincorrere Renzi per continuare a fare politica. Il peggio lo ha scritto su Barbara Spinelli : “Ho sentito la capo delegazione a Bruxelles fare la relazione sulla linea politica della lista. Avrei preferito sapere come si metterá a disposizione e in collegamento con i processi reali del paese.” Vera pornografia politica. É ovvio che senza Barbara Spinelli, Moni Ovadia, Adriano Prosperi, Marco Revelli e Luciano Gallino la lista alle europee non avrebbe avuto lo stesso risultato positivo. E non solo, é evidente che le citate persone hanno qualitá di conoscenza e se si facessero da parte ci sarebbe un danno per tutta la lista – compresi i giovani, perché ancora di più verrebbe a galla la fragilitá congenita di questa formazione politica. Così come é vero che Spinelli e i garanti hanno agito per generositá e per la consapevolezza della difficile situazione italiana, hanno attivitá più gradevoli che fare i pastori nel campo di capre impazzite che é la sinistra italiana.
Una vera tragedia, e quale sinistra? La sinistra del PD che ha appoggiato pedissequamente Monti, non ha voluto eleggere un Presidente della Repubblica ed è stata asfaltata da Renzi nel dicembre 2013, non ha difeso neanche Enrico Letta dalla congiura di Palazzo. Quella sinistra che neanche dopo una stagione è diventata “diversamente renziana” e ha pure abbandonato quei senatori che hanno tentato di opporsi allo scempio costituzionale. O la sinistra di Sel in parte attratta da Renzi come mosche sul miele, oppure Rifondazione comunista o PdCI ridotti al lumicino? E ora la lista Tsipras la cui discussione principale è diventato il seggio di europarlamentare di Barbara Spinelli e giù a litigare su tutto. Una sinistra che si occupa di tutto tranne che dei problemi veri del Paese.
Poi nel finale precisa che Sel tiene a Tsipras e aggiunge ” E segnalo che Tsipras, che è un leader serio, ha cercato di incontrare Renzi; e se non l’ha incontrato è per colpa di Renzi.”sul futuro governo Renzi, rimando a G. Pastrello (1).
Della serie perfidie e inutili sciocchezze.
Tuttavia Smeriglio tocca una questione vera, l’imminenza delle elezioni regionali, che rischia di essere uno scoglio contro cui andare a cozzare. Nella sostanza sono d’accordo con Alfonso Gianni (2) quando dice che ” il nodo vero del contendere è sulla natura del Pd. Del Pd nel suo complesso, non solo del fenomeno Renzi”(3). E ancora “la sinistra, se sarà, non potrà che svilupparsi fuori e contro questo partito-governo del PD”. Penso altresì che un errore altrettanto grave sarebbe presentarsi alle regionali in Emilia e Calabria e fare un risultato negativo. Occorre valutare se vale la pena di presentarsi solo se si è competitivi e per essere competitivi occorre avere un programma capace di incidere sui punti centrali delle regioni in questione e con candidati rappresentativi e possibilmente popolari.
A questo proposito ho una proposta che, secondo me, è risolutiva: bisogna partire dal programma, sia a livello nazionale, sia nei territori. Ma il programma dovrebbe essere costruito cercando il contributo di tutte le persone pensanti. Non dobbiamo essere autoreferenziali, né mettere steccati; c’è bisogno di aria fresca, dell’esperienza e della competenza di tutte le persone disponibili; starà poi ai comitati locali discutere in modo approfondito delle questioni e giungere a un programma essenziale e presentabile all’opinione pubblica. E’ la via preferibile anche perché meno “faticosa” da realizzare e consente di non appiattire la nostra politica sugli amministratori e sulle amministrazioni.
Sono contrario, in questa fase, ad alleanze con il PD; capisco il punto di vista opposto ma è sbagliato ridurre la politica a questo appiattimento che non ha prodotto nulla di buono.(4)
Da oltre vent’anni sentiamo parlare delle ottime amministrazioni del centro sinistra, ma se andiamo a vedere nello specifico, hanno prodotto risultati mediocri: scarsa qualità nei servizi ai cittadini, mancanza di investimenti in opere pubbliche necessarie (a partire dalla manutenzione delle strade), scuola, ambiente e paesaggio trascurati. In sintesi sono aumentate le spese correnti e inutili e sono crollati gli investimenti e l’occupazione. Le tasse per i cittadini, peraltro, si sono moltiplicate.
Serve un programma davvero innovativo che si preoccupi veramente dei problemi degli italiani. Si può anche andare ad amministrare, ma ci deve essere una distinzione tra amministratori e soggetto politico, e il programma di una forza politica deve essere discusso in forma dialettica sia con gli amministratori pubblici che con i cittadini. (5)
A livello nazionale sono d’accordo con la proposta di Asor Rosa (6): occorre individuare pochi ed essenziali punti programmatici, questo ci farebbe uscire dal nostro ombelico e aiuterebbe anche a trovare mediazioni chiare tra i soggetti in campo. La maggior parte degli italiani stanno soffrendo per la difficile situazione economica, le cose che sosteniamo avrebbero il consenso di gran parte degli italiani se fossimo credibili come forza poltica. Iniziare dal Lavoro sarebbe la cosa più giusta, ad esempio partire dal piano presentato con Gallino e Airaudo (7). SEL potrebbe avere un ruolo determinante se si riuscirà di scrivere un programma comune in questo scorcio di estate e poi, a settembre, a lanciare iniziative in tutto il territorio nazionale.
Gian Franco Ferraris
!) Gabriele Pastrello : “Pastrello abbassa il rating al governo Renzi e prevede il futuro meglio di Scalfari”, NuovAtlantide 12 agosto 2014
2) Alfonso Gianni :” il futuro della lista Tsipras fuori e contro il PD,” anche su NuovAtantide
3) Alfredo Morganti:” Berlinguer rovesciato”, NuovAtamtide e “Mutazione” NuovAtlantide
4) Antonio Napoletano : “a quelli che – senza di lui non si vince – ” NuovAtlantide e ” E adesso poveruomo?,” Nuovatlantide
5) g. ferraris : “Assemblea lista Tsipras. Luglio 2014 – diario rurale e tre proposte”, NuovAtlantide
6) Alberto Asor Rosa “Matteo Renzi un politico postdemocratico” pubblicato da Il Manifesto
7) Luciano Gallino : “Un Green New Deal per creare 1,5 milioni di posti di lavoro” su NuovAtlantide
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Daniela Preziosi intervista Massimiliano Smeriglio: “Lista Tsipras da democratizzare”
da il manifesto del 24 luglio 2014
Sinistre. Il responsabile organizzazione di Sel: la linea non la decidono i saggi, nessuno si senta l’oracolo di Alexis
Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della regione Lazio e responsabile organizzazione Sel
L’«ademocrazia», il «tappo» sui giovani, le «pulsioni proprietarie» e quelle grilline mettono a rischio il futuro della lista Tsipras. All’indomani della prima assemblea nazionale, Massimiliano Smeriglio, responsabile organizzazione di Sel e vice di Zingaretti nel Lazio, avverte che qualcosa non va. «È positivo aver scelto un’agenda di mobilitazioni per l’autunno: il rapporto con i sindacati e con la Fiom, con il movimento studentesco. Ma per il resto l’assemblea è stata rituale, stanca: una battuta d’arresto».
Perché una battuta d’arresto?
Marco Revelli ha ragione quando dice abbiamo ‘avuto il comunismo di guerra’. Nella fase d’emergenza del voto abbiamo dato giustamente tutto il potere ai saggi. Ma che oggi, dopo il voto, le cose restino così è un problema. Questi saggi somigliano al governo dei tecnici: si sono autoscelti, nessuno li ha mai votati.
I tre europarlamentari sono stati votati.
Sono stati votati per fare gli europarlamentari. Ma la dimensione ademocratica della leadership della lista è palese. Secondo: qua e là emergono pulsioni grilline. In una commissione dell’assemblea si critica un ‘facilitatore’ (responsabile, ndr) come Sandro Medici con la motivazione che ‘è un professionista della politica’. Con questo criterio anche Tsipras sarebbe escluso. Queste cose non vanno solo denunciate: vanno battute politicamente con potenti iniezioni di democrazia. Dobbiamo aprirci contro le pulsioni escludenti e proprietarie, rendere contendibile il campo e la linea politica della lista. Democratizzarci. E ringiovanirci.
Vuole già rottamare i saggi?
La platea di sabato aveva un’età media alta, in gran parte il ceto politico sconfitto degli ultimi trent’anni. La prima relazione è durata un’ora, la seconda 40 minuti. Così si vuole parlare ai giovani? I saggi fin qui hanno dimostrato di non sapere, o non volere, valorizzare quel po’ di movimenti giovanili che alle europee hanno espresso molto e raccolto voti. Contro questi giovani, i saggi fanno da tappo.
Una delle elette è una giovane donna. Cos’altro dovrebbero fare?
Favorire il salto generazionale, prendere esempio dalla spagnola ‘Podemos’. Bisogna investire in un’agenda di cose da fare e riscoprire la forza del conflitto. La lista Tsipras ha un futuro se saprà interpretare le tensioni dell’autunno. Ma per scegliere questa strada bisogna usare la democrazia: noi di Sel siamo un partito tradizionale e piccolo, ma la nostra linea la sceglie una leadership decisa in una forma democratica, approssimativa quanto si vuole, ma che è il congresso. Non può sceglierla chi ritiene di avere i giusti quarti di nobiltà tsiprota. Ho sentito la capodelegazione a Bruxelles fare la relazione sulla linea politica della lista. Avrei preferito sapere come si metterà a disposizione e in collegamento con i processi reali del paese.
Ancora la polemica contro Barbara Spinelli?
No, ma per scegliere ‘la linea’ servono processi democratici. E per andare avanti serve investire sui più giovani.
Ora alle regionali rischiate di andare sparsi?
Sarò chiaro: per noi ogni ragionamento ‘a prescindere’ è un errore. Persino un partito molto radicale com’era il Prc di Bertinotti, nel 2001 e nel 2008 mentre rompeva con il governo centrale faceva l’accordo per il governo di Roma. E’ sbagliato sia dire ‘sempre con il Pd’ sia dire ‘mai con il Pd’. Anche Tsipras dice che Renzi non è un interlocutore in Italia ma lo è in Europa. Spinelli dice di non essere d’accordo. Noi sì: per noi il Pd di Renzi oggi non è un possibile alleato di governo, ma regione per regione vogliamo valutare quello che succede. Chi deve decidere cosa fare in Calabria, i calabresi o i saggi? Centralizzare la decisione è un ritardo di cultura politica. Invece misurare le scelte dai metri di distanza dal Pd è una sciocchezza.
È quello che farà Sel o una proposta a tutti?
Lo proponiamo a tutti e noi lo pratichiamo già. La nostra preoccupazione è dare un futuro al successo delle europee. La scelta di cosa fare in Calabria non possono farla i saggi e neanche i pur eroici quindici del comitato di Corigliano; né in Emilia Romagna quelli che si sono intestati legalmente il comitato Tsipras. Ci vuole una consultazione aperta e trasparente in cui chiediamo, per esempio in Calabria, se la candidatura di Gianni Speranza (di Sel, ndr) può avere forza nella costruzione della coalizione. E così nelle altre regioni che andranno al voto: apriamo i banchetti, i gazebo. Per Sel la coalizione resta un obiettivo. Non sappiamo se riusciremo a farla ovunque, ma chi vuole far saltare tutte le coalizioni territoriali sappia che ci troverà lungo la strada, dentro una contesa politica. In un confronto democratico siamo disponibili a discutere su tutto. Se qualcuno si sente proprietario della discussione per imporre il bravo compagno che prende tre voti, non ci stiamo. E un’ultima cosa.
Prego.
In rete leggo cose orribili. Noi non chiediamo a nessuno di rinunciare a se stesso. Chiediamo però un campo aperto dove si possa fare un confronto democratico, una testa un voto. I torquemada del mouse abbiano più rispetto per Sel e per le sue scelte generose e senza contropartita. Sel ha rinunciato a molte cose per dare il buon esempio e mettersi in sintonia con la volontà di cambiamento. Però queste scelte generose non sono una resa né una regola eterna. Sel ci sarà finché non nascerà qualcosa di più grande e più credibile. A questo scopo Sel abita più luoghi: la lista Tsipras, la relazione con ecologisti, con Fassina, Cuperlo, Civati: tutti pezzi di una ricerca. I sacerdoti del minoritarismo se ne facciano una ragione. Noi non ci arrendiamo al renzismo, ma non ci interessa rimettere insieme i cocci della sinistra minoritaria.
Di questo avete parlato con Tsipras?
Sì. E segnalo che Tsipras, che è un leader serio, ha cercato di incontrare Renzi; e se non l’ha incontrato è per colpa di Renzi. A Tsipras teniamo molto, lui è il leader europeo naturale di tutta questa coalizione, con lui sentiamo una profonda sintonia. L’auspicio è che in Italia non ci sia chi ritiene di esserne l’interprete esclusivo, il suo oracolo.
3 commenti
Analisi di Ferraris puntuale, purtroppo Sel ha aderito all’altra Europa con Tsipras con ambiguità e in buona parte perchè da sola dimezzava i voti. I nodi ora, vengono a galla, Sel amministra in tutta Italia con il Pd e non vuole restare a mani vuote e dall’altra parte sa che se si presenta alleata con il PD rischia di non prendere voti.
“Lista Tsipras da democratizzare”
A me pare proprio la volontà di ricondurre il tutto dentro i rigidi schemi dei partiti tradizionali, vale a dire “soffocare il bambino nella culla”
Come se ancora qualcuno non avesse capito che politica e partiti hanno consumato ogni ultimo brandello di credibilità presso la Cittadinanza diffusa e che se qualcosa di dimensioni tali da influenzare i corsi della politica può ancora nascere, nascerà fuori dai rigidi schemi partitici. Questi destinati a restare piccoli e presuntuosi club di intime discussioni politiche per qualche incerta residuale testimonianza.
Analisi perfetta, il peggio sono i leader delle capre impazzite della sinistra. Renzi è una marionetta ed è incapace di governare, ma conosce bene i suoi rivali…Barbara Spinelli è una donna competente e coraggiosa ed è stata trattata dai suoi compagni in modo indegno