Fonte: esseresinistra
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di Claudia BALDINI
Io non voglio partire dal passato. Do per buono che ognuno di noi è stato una donna, un uomo di sinistra e in questa idea ha militato, creduto, dato un contributo o votato per chi lo rappresentava meglio. Non sono per niente interessata, e nessuno si senta offeso, a ripartire da quell’analisi, in quanto il compito che mi pare innanzi a tutti può prescindere da questo tipo di elaborazione, che credo ormai inutile. Concedo solo una cosa importante al passato. Condividiamo il fatto che tutti qualcosa abbiamo sbagliato e sforziamoci di fare tesoro di una idea che ci mette tristezza, che ci atterisce, anche, ma che è la realtà delle cose: in Italia non c’è più, al di là delle volontà positive delle singole persone, una forza, un gruppo, un movimento, in grado di opporsi allo sbilanciamento della democrazia e allo strisciante smantellamento della Costituzione e dei Diritti delle Persone e in particolare dei Lavoratori e delle fasce più deboli.
L’unica forza di sinistra di una certa consistenza e rappresentata in Parlamento è SEL, che, al di là delle valutazioni sulle strategie, resta un’aggregazione che si batte per l’emancipazione delle fasce deboli e per i diritti di tutti. Ma secondo me deve ricrearsi in qualcosa di altro. Ponendosi delle domande, e rispondendo senza guardare al passato.
Come va il Mondo Economico Globale?
Per nulla bene. Il concetto abusato di mondo globale è semplicemente diventato il Mercato Globale. Ossia non un mondo dove ci si preoccupa che tutti abbiano una vita decente, ma un mercato enorme per vendere di tutto, anche quello che non serve, per fare aumentare ricchezza a chi sta già bene e nel contempo causare impoverimento dal ceto medio in giù. Direte che non c’è nulla di nuovo, è il Capitalismo. No, non è così, perché fino a quando non c’era disoccupazione o ce n’era poca, il benessere era più diffuso anche se era di tipo consumistico e conteneva i batteri della crisi futura. E comunque è l’Economia della Speculazione , della Finanza non delle imprese e del lavoro che governa anche le strategie politiche. Sono le banche a dettare leggi e decretare la fortuna o la caduta dei governi.
L’Italia è parte di ciò, come ne è parte l’Europa. Strana creatura questa Europa, stretta attorno ad una moneta senza null’altro da condividere.
Non è una Federazione, è rimasta un continente con economie sbilanciatissime ma tutte su unica moneta. E’ evidente il prevalere delle economie forti e quindi delle regole dettate dai finanziaeri e dai banchieri di quei paesi.
Una Forza di Sinistra non può accettare questo stato da legge del taglione. Le ideologie non sono da buttare, finchè ci saranno popolazioni affamate, gente povera all’interno dei Paesi, la Sinistra avrà mille ragioni per esistere e grande dovere di resistere. Che non significa fare la rivoluzione, ma trovare una strategia equa per redistribuire il reddito ed attenuare le forbici tra le classi sociali. E quindi le leggi di stabilità devono avere la barra girata verso questa strategia, non verso quella di tassare la grande massa perché è cassa sicura per lo Stato.
E ancora qualche domanda. Ma le grandi imprese hanno fatto innovazione? Vale la pena di agevolarle come fa Vladimir Putin in Russia, col modello dei grandi oligarchi da tenere sotto la protezione ed il controllo del potere autocratico del nuovo Zar? Attenti. E’ quello che intende fare il nostro Matteo Renzi.
Le grandi imprese, poche in Italia, affiliate a Confindustria sono quelle che ai tavoli del governo contano, perché finanziano, speculano, governano il settore bancario, sono nei centri di potere. Possono finanziare un politico che le appoggia, possono godere degli aiuti se sono in difficoltà. Possono fallire, come l’Ilva, e poi essere risanate a spese nostre. Possono fare quello che ha fatto la Fiat in tutti gli anni che è vissuta grazie agli incentivi statali. Ma non sono quelle che fanno il grande numero del PIL e dei bilanci, sono più spesso le medie e piccole, le eccellenze, le artigianali, le firme, etc.
Allora, credo occorra una politica economica diretta al credito delle piccole e medie imprese che si rinnovano, che investono in ricerca, che assumono giovani e li formano. Abbassare le tasse a loro, e non ai colossi. Ecco tutto quello che il nostro governo non fa.
Dalla prassi, agli ideali, dalla risoluzione dei problemi ai valori.
Passo dopo passo, dovrà pure in qualche modo farsi strada questa coalizione sociale, questa voglia di ideali e di valori, così calpestati e rinnegati. Avrà pure un senso se un piccolo popolo come la Grecia, pur sospinto dalla povertà, ha trovato il coraggio di buttarsi su una strada diversa e reclamare il proprio diritto a esistere. Non dovrà essere necessariamente creato subito un Partito, anzi bisogna partire come movimento dal basso e coinvolgere la gente che non si ritrova più rappresentata in politica. E crescerà, se saprà misurarsi con i problemi concreti e indicare delle posssibili alternative . Non dovrà elaborare proposte contro qualcuno, ma a favore del Paese. A favore della civiltà. Speriamoci, ma lavoriamoci anche, qui e fuori.
Ricordiamoci bene una cosa che non possiamo ignorare: Berlusconi è stato quel che è stato, Renzi è quel che è, ma noi dobbiamo reagire e cambiare la nostra testa. Accettarci con le nostre sfumature, discutere sinceramente, convergere su una proposta su ogni cosa. Convergere significa guardare al di là di sè, sacrificarne un poco, per stare uniti agli altri.
Uniti. E andare avanti. Passo dopo passo.