Silvio Garattini, 96 anni. Dieta e longevità

per Giorgio Pizzol
Autore originale del testo: Nicole Orlando
Fonte: Il Corriere della sera, Brescia
Url fonte: https://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/25_marzo_05/silvio-garattini-il-digiuno-intermittente-e-inutile-la-dieta-vegana-rischiosa-per-la-salute-a615eaaa-b24c-449a-b247-bb94bc331xlk.shtml

«Il digiuno intermittente è inutile. La dieta vegana? Rischiosa per la salute»

di Nicole Orlando

L’oncologo, ricercatore e fondatore dell’Istituto Mario Negri di Milano è intervenuto ieri a Brescia sul tema degli stili di vita salutari. Promossa la dieta vegetariana, bocciata quella che elimina del tutto le proteine animali e la chetogenica (salvo indicazioni mediche)

L'oncologo Silvio Garattini: «Il digiuno intermittente? È inutile. La dieta vegana è rischiosa»

L’oncologo Silvio Garattini

Il fumo come nemico giurato della salute (e dell’ambiente), seguito – ma a distanza ravvicinata – dall’alcol: non meno pericoloso, eppure «a nessuno viene in mente di organizzare un festival della sigaretta, invece ogni settimana c’è un festival dedicato al vino». L’esercizio fisico, al contrario, come migliore alleato del benessere e della longevità («soprattutto la camminata purché a passo svelto, ma anche la cyclette o altre attività, se fatte bene e con costanza»), così come il riposo (notturno): almeno sette ore di sonno «aiutano il cervello a smaltire le scorie che produce durante il giorno». Nella lista di ciò che va maneggiato con cura ci sono invece i farmaci, oggi sovrautilizzati: «Andrebbero prescritti solo quando necessario, invece il loro mercato è in continua espansione». Silvio Garattini, oncologo, ricercatore e fondatore dell’Istituto Mario Negri Irccs di Milano, è intervenuto ieri a Brescia all’auditorium Santa Giulia su invito dell’associazione Asd Rosa running team, in avvicinamento alla Brescia Art Marathon che si correrà domenica.

A 96 anni compiuti (a novembre) Garattini non ha risparmiato consigli, ammonimenti e giudizi serrati. E prescrizioni che non manca di seguire lui per primo, ancora oggi. Come ha raccontato al Corriere di recente, infatti, cammina ancora in media 5 chilometri ogni giorno.

 

Tema centrale dell’incontro (dal titolo «Si può vivere bene e a lungo» e moderato dalla giornalista Anna Della Moretta) la prevenzione: l’esperto, che ha dedicato la vita allo studio dei tumori, è tornato sull’importanza di fare esercizio fisico «dai 150 ai 300 minuti alla settimana ma distribuiti su più giornate, non tutti concentrati nel weekend…» e di eliminare abitudini dannose. Fumo in testa. Quindi l’alcol, per cui «serve un cambiamento culturale che sia rivoluzionario: prevenzione è rivoluzione», dice citando il titolo del libro di cui è autore, uscito lo scorso anno.

Alla lista nera delle sostanze dannose per la salute si contrappone un lungo elenco di abitudini benefiche: «Dovremmo seguire la piramide alimentare, consumando molta frutta e verdura, poi pane, pasta e riso preferibilmente integrali. Quindi formaggi, uova e pesce, e, salendo verso il vertice della piramide, troviamo la carne: quella rossa andrebbe consumata il meno possibile perché è un fattore di rischio».

Tante le curiosità del pubblico a cui Garattini ha poi risposto, soprattutto riguardo l’alimentazione: la dieta vegetariana ad esempio, «va bene perché i vegetariani assumono proteine animali con uova, formaggi, qualcuno mangia anche pesce. Invece i vegani sono a rischio: sappiamo che vivono di meno, hanno più fratture ossee e devono assumere vitamina b12 che può essere un fattore di rischio per i tumori». Di scarsa utilità le diete chetogeniche («a meno che non siano indicate per la cura di alcune specifiche patologie») e il digiuno intermittente: «Studi hanno dimostrato che, alla fine, la quantità di cibo ingerito è la stessa di chi fa più pasti durante il giorno…». In sostanza «non dà alcun beneficio». Il tema della moderazione nei pasti è, secondo Garattini, centrale per la salute: «È quello che la gente vuole sentire meno. Non è importante quando si mangia ma quanto: si possono fare anche cinque pasti al giorno, l’importante è che il totale sia adeguato. Bisogna abituare l’organismo a non avere troppe variazioni, evitare gli eccessi e mantenere ritmi regolari».

Parlando di salute Garattini ha affrontato poi le difficoltà del sistema sanitario nazionale e il tema delle case di comunità, strutture «dal potenziale enorme per la salute dei cittadini, a patto di poter contare su un’organizzazione precisa e ben funzionante». La crisi del sistema sanitario è dovuta a più fattori, ha ricordato Garattini, dalla diminuzione dei giovani medici ai bassi stipendi degli infermieri («se li pagassimo di più riusciremmo a trovarli»), fino all’aumento della complessità della medicina che va di pari passo con la crescita del numero di pazienti in carico ai medici di medicina generale: «Il medico da solo non può più occuparsi di medicina da solo. I medici devono collaborare, mettersi insieme come avviene in ospedale». Il riferimento è alla costituzione di un’equipe territoriale che possa rispondere ai bisogni dei pazienti senza che questi abbiano la necessità di intasare i pronto soccorso, «da destinare alle reali emergenze».

Garattini non ha risparmiato poi una critica ai sindacati «che mettono in giro notizie non vere. I medici non vogliono diventare dipendenti delle case di comunità perché preferiscono praticare l’attività privata. Abbiamo bisogno invece che i professionisti della salute lavorino insieme: dai pediatri ai geriatri, dagli infermieri ai fisioterapisti fino agli assistenti sociali». Se questo sistema prendesse davvero piede sul territorio libererebbe i pronto soccorso e cambierebbe la fisionomia del sistema sanitario nazionale». Ma oltre a fornire un presidio territoriale di cura «dovrebbero fare anche molta attività preventiva: i medici oggi non sanno ad esempio quanti fumatori hanno, quanti pazienti obesi. Dovrebbero invece essere giudicati anche per la loro capacità di migliorare questi numeri».

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