di Alfredo Morganti – 7 marzo 2016
Passo davanti al piccolo stand che vende magliette e gadget quasi senza pensarci. C’è una piccola folla che staziona e tratta con il venditore. Raramente ai concerti compro cose. Vado solo per la musica. Poi, però, l’occhio cade casualmente su una t-shirt verde, dove c’è scritto: “sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai”. Non c’è altro, solo questa frase, e solo una stella rossa a stringere assieme e illuminare le due parole ‘sempre’. Mi fermo. Ce ne sono altre di belle, come una rossa con la scritta ‘Pablo è vivo!’. Oppure una che dice ‘la storia siamo noi’. Però nulla di veramente magnetico come quella verde. Sarà per colpa di quella stella rossa. Sarà perché ho sempre nella mente le parole di Berlinguer, che nei momenti di crisi si deve tornare agli ideali di gioventù, perché, aggiungo io, non mentono mai, e se lo fanno è sempre in buonafede. Sarà perché i vent’anni sono un tesoro inestimabile. Sarà perché mi è capitato di discuterne anche recentemente, e ho avuto modo di considerare che la parola ‘fedeltà’ ha un valore immenso, checché se ne dica. Sarà per tutta questa congerie di fatti, pensieri e suggestioni che compro la maglietta senza pensarci più un attimo, non voglio nemmeno una busta, e la metto al sicuro nella tasca del mio giaccone. Sento subito di aver comprato non solo una maglia, non solo un gadget, non solo un oggetto, e nemmeno soltanto la frase che è stampigliata sopra. Mi sembra di aver messo in tasca un’idea, un pensiero, anzi un sentimento di fedeltà e di prossimità alla mia parte, alla mia gente, la stessa, ‘sempre’ la stessa, e ‘per sempre’ dice De Gregori.
Ho messo nella mia tasca, ma voglio dire nel mio cuore, un sentimento profondo, di cui mi scopro orgoglioso. Sono tempi traditori questi, tempi in cui non c’è più nemmeno una parte, né più confini, ma ci si acconcia tutti assieme, al centro o altrove, in una terra di nessuno, e ci si accovaccia in un coacervo di interessi che coincidono per tutti e dettano i comportamenti finali. Quasi ti convincono che questo sia il solo vero comportamento virtuoso, e che così debba essere da oggi in poi, realisticamente, in modo finalmente ‘maturo’. Per ‘vincere’, ovviamente. Cancellare le diversità, le differenze, le distinzioni, e cancellare le ‘parti’ sembra essere il comandamento al tempo delle rottamazioni. E invece io e la mia t-shirt restiamo fedeli alla nostra parte, perché non avrebbe senso né cambiarla ora, così, per mero interesse, né tantomeno ammucchiarmi al centro e spogliarmi di ogni me stesso, nel tentativo di restare a galla comunque, chiunque prevalga. Una sola maglietta, la stessa, sempre quella, non come molti che ne indossano a decine, una sull’altra, con la stessa sfacciataggine, pronti a sfilarsi quella ‘sbagliata’ e a mostrare invece quella più in voga. Io ho la mia maglietta in tasca, invece, e ringrazio Francesco De Gregori per aver scritto quella bella canzone d’amore. In fondo la fedeltà e l’amore sono la stessa cosa, senza l’una non c’è l’altro e viceversa, hai voglia a dire. Per questo “sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai”.