di Andrea Colli 28 ottobre 2015
Se le parole hanno un senso, mi piacerebbe sapere cosa ne pensano Vendola e Sel delle tesi della presidente della Camera Laura Boldrini (per chi non lo sapesse, è stata eletta alla Camera dei Deputati per Sinistra Ecologia e Libertà nel 2013) che ci fa capire la grande voglia della stessa Boldrini di iniziare una marcia di trasferimento verso il Pd: ma solo lei o in compagnia?
Laura Boldrini: “…E’ assurdo pensare che il nemico possa essere Renzi, in una società in cui noi abbiamo esponenti politici che usano veramente un linguaggio pubblico che è odio, hate speech allo stato puro. Cioè, non può essere Renzi il nemico, parliamoci chiaro.”
Poi, dopo aver bastonato l’opposizione dei 5 stelle e di Salvini che speculano sul malcontento e spargono odio, esortandoli a fare il lavoro per cui sono pagati, passa alle raccomandazioni a Renzi “…Dopodiché, ritengo Giuliano (Pisapia, ndr) che se è vero che non può essere Renzi l’avversario, non debba neanche Renzi considerare Vendola alla stessa stregua di Salvini e di Grillo. Che anche questo mi fa arrabbiare. Non è paragonabile, è offensiva una cosa del genere.” A seguire si passa al nuovo progetto politico per la sinistra che si evince dal pensiero della presidente della Camera: “…Dunque (…) di mettere insieme una sinistra che ha anime diverse, sensibilità diverse, ma gli stessi obbiettivi la stessa visione del mondo, e faccio fatica a notare una differenza d’impostazione tra i deputati di Sel e quelli del Pd quando si parla dei grandi temi. Quindi questa frattura è innaturale, va a vantaggio solamente degli avversari, per questo non la dobbiamo permettere, per questo dobbiamo sforzarci tutti invece a fare un’azione di aggregazione e di ponte. Quindi penso che lo sforzo debba essere di trovarsi i terreni su cui confrontarsi. Giuliano Pisapia, insieme ad altri, hanno dimostrato che si può stare insieme con successo. Qui a Milano è stato provato, questo è un esempio, un laboratorio che noi non possiamo sottovalutare. Se funziona qui, che è una città importante ed è il cuore pulsante dal punto di vista economico del nostro paese, perché non deve funzionare al governo del paese, me lo dite perché?”.
Dopo queste parole qualche sospetto legittimo viene, dice Civati: “Siccome sono accusato di tutto e di più, in questi giorni sui giornali, di non volere lavorare con chi sta a sinistra e altre amenità, di essere un elefante in una cristalleria, di non aver chiaro ciò che voglio fare, dirò che sono d’accordo con Marco Revelli che ha scritto un libro intero (un estratto del libro di Marco Revelli dal Fatto Quotidiano
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per demolire questa tesi e per sostenere che il populismo che si dice di voler combattere in realtà così esploderà, proprio perché è dentro alle politiche del governo, non soltanto fuori. E che ci vuole un percorso autonomo e libero da questi condizionamenti, che sembrano coinvolgere anche due importantissimi esponenti istituzionali come Boldrini e Pisapia. Non è questione di nemici, è questione di avere amici che la pensino così: è per quello che chiederò a Possibile di non fare proprio nessun soggetto unitario (con Renzi? Con il partito della nazione?) con personalità e forze politiche che la pensano così. Che sono figure e soggetti, parliamoci chiaro, che rispetto e stimo ma che non mi rappresentano. E che secondo me non rappresentano un sacco di elettori. ” Aspettiamo risposte.