di Alfredo Morganti – 5 ottobre 2017
Leggo i sondaggi (Tecné) e vedo che la pattuglia elettorale di Campo Progressista si sta assottigliando (per quello che valgono i sondaggi, ovviamente). Partita da un 1,8% potenziale, oggi si attesta a uno 0,7%, con uno 0,2% perso solo nell’ultima settimana. Appare evidente che si tratta di un capitale di consenso che si sta usurando nel tempo. Che non è più quello risalente all’avvio del progetto ‘Insieme’. È possibile che l’usura sia dovuta proprio ai ‘tentennamenti’ di Pisapia, alla sua difficoltà di rapporto con la sinistra, alla sua incapacità di essere ‘leader’, e dunque al rapporto complicato con MDP. Oppure al fatto che, i riflettori puntati su di lui in queste circostanze lo abbiamo mostrato (o lo mostreranno a tutti) nella sua ‘verità’.
Giuliano Pisapia nasce per connettere la sinistra ‘lealista’ al PD secondo un disegno di centrosinistra repubblican-renziano. Nonostante questo, o forse proprio per questo, a un certo punto è stato invitato da Articolo 1-MDP a fare il ‘federatore’ di centrosinistra del nascente progetto di sinistra. In questa duplicità di ruoli, e soprattutto nel compito di ‘federatore’, risolto ogni volta con qualche titubanza, e nelle oscillazioni prodotte dall’interessamento della stessa MDP, è forse l’arcano del ribasso di consensi di cui soffre il Centro pisapiano. È probabile che, se avesse potuto sviluppare in libertà il proprio compito di copertura a sinistra del Partito della Nazione, senza nessuno che lo mettesse alla prova o andasse a vedere le carte, oggi i suoi consensi sarebbero più alti e pure la sua autorevolezza verso l’elettorato di sinistra. Un altro ‘responsabile’, insomma!
Invitato a ‘ballare’ tra le correnti di Scilla (PD) e Cariddi (MDP), invece, ciò gli ha nuociuto assai, facendogli perdere smalto, immagine e autorevolezza. Rendendolo sostanzialmente incapace oggi di rispondere con la dovuta brillantezza ed efficacia alle indicazioni del Partito di Repubblica e a quelle del Partito della Nazione. O di entrambi in quanto sovrapponibili, diciamo. Poi dice che la politica è fatta solo di isolamento identitario e di unità tra eguali.