di Luigi Altea 4 settembre 2016
“Noi fummo i Gattopardi, quelli che verranno saranno gli sciacalli.”
Recitava più o meno così la profezia di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Tutti i giorni leggiamo di sciacallaggi, piccoli e grandi.
E tuttavia, quelli realizzati mediante il “travisamento” sono, secondo me, i più ripugnanti.
Perché in natura lo sciacallo, quando fa lo sciacallo, non si camuffa, ma si presenta come sciacallo.
Fingersi dei soccorritori volontari, per impadronirsi di ciò che resta nelle povere case terremotate, è una forma di sciacallaggio ancora più abietta. Ha l’aggravante del “travisamento”. Appartiene ad una categoria immorale superiore.
E’ come fingersi prete per carpire, da dentro un confessionale, i segreti più intimi del cuore devastato di un penitente.
E’ come fingersi infermiere per rubare cotone, alcool e siringhe tra le barelle, in un ospedale da campo.
E’ come fingersi Umberto Veronesi per fare il Ministro della Salute.
E’ come fingersi di sinistra per impadronirsi di un Partito in difficoltà, e appropriarsi della sua Storia.
Chi è partito da lontano per raggiungere Amatrice e tentare di rubare qualche oggetto nelle case abbandonate dei sinistrati, è sicuramente un disgraziato, un poveraccio, delinquente ma miserabile. Ed è stato giustamente arrestato.
Coloro che sono partiti da Firenze e dintorni… non erano poveracci. E oggi… lo sono ancora di meno… Ma non sono stati neppure fermati. Purtroppo.
A loro, anzi, i “vigilanti” hanno indicato la via più breve, la più agevole, quella che portava dritto al bottino.
Riusciremo un giorno a vivere senza sciacalli?
La speranza è la fiducia nella possibilità dell’impossibile.
Io, però, comincio a dubitare anche dei miei pochi entusiasmi di ritorno…