di Alfredo Morganti – 13 aprile 2017
Massimo Franco sul Corsera dice che la battaglia vera sarà sulle soglie di sbarramento. Da parte mia, credo che Renzi sia pure disposto a trattare sui capilista, ma è probabile invece che vorrà innalzare l’asticella percentuale per accedere in Parlamento. Grazie alle soglie, difatti, potrà mettere in campo l’arma fine de mondo, quella del voto utile. Dirà: non sprecate il vostro voto con formazioni che nemmeno entreranno alle camere, datelo al PD per ‘vincere’. Questo solo conta. È un’antica solfa, che risuona sin dal turiamoci il naso montanelliano. È un modo per innalzare la non-scelta (ossia un voto che non è il mio voto) a parametro elettorale decisivo. A vero spartiacque. ‘Ciò che non siamo ciò che non vogliamo’, direbbe Montale. Il trionfo del ‘non’ è una vera e propria contraddizione in termini.
Ci bombardano da mane a sera sulla necessità di decidere, sul maggioritario, sugli italiani che alle urne possono finalmente scegliere il ‘loro’ governo, sul vincitore deciso sin dalla sera del voto, ma poi si arrabattano attorno a quelli che non scelgono, di fatto, ma si lasciano scegliere dalle soglie di sbarramento e dal richiamo del ‘voto utile’. Delle due l’una: o scelgo io, oppure non c’è scelta, nemmeno mettendo in campo la legge più maggioritaria che vi sia. Non possono scegliere le formule elettorali (qualunque esse siano) e poi suggerirci pure per chi dobbiamo votare. Perché faranno così, vedrete. Ma l’unico voto utile è quello in cui la nostra coscienza si riconosce. Nessun voto è disperso, se accresce la ‘forza’ politica di un soggetto. Perché è la ‘forza’ che fa la politica, non il doping maggioritario e le vittorie strappate con il non-voto utile. Quello che conta sono le proporzioni nel Paese, il peso specifico che si ha, l’impatto politico che si determina, non i numeri strappati costringendoci a turarci il naso.
