Savona ha tutta la credibilità per fare il ministro del Tesoro ma ha due problemi: applicare il programma di Governo e confrontarsi con l’Europa

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Globalist
Fonte: globalist

di globalist – 24 maggio 2018

Paolo Savona, il professore anti-euro che potrebbe essere il prossimo ministro dell’Economia del governo Lega-M5s, è un problema. O meglio lo sono le sue posizioni, radicali e suicide, antitedesche. E questo può creargli e crearci dei problemi. Parola di Vincenzo Visco, ex ministro del Tesoro.

“Speriamo che ce la caviamo – ha detto Visco al Corriere della Sera – perché Savona ha tutte le caratteristiche e la credibilità per fare il ministro del Tesoro. Ma ha due problemi non da poco. Applicare un programma di Governo che lui sa bene essere inattuabile nelle condizioni attuali, confrontarsi con l’Europa avendo Lega e M5s che prospettano una soluzione pericolosissima, l’uscita dall’euro”.

“Lui è stato il principale collaboratore di Carli – ha ricordato Visco – l’uomo del Trattato di Maastricht, è stato ministro con Ciampi, ha condiviso l’impostazione della moneta unica. Poi, come La Malfa e altri keynesiani non di sinistra ha cominciato a contestare il modo con cui l’Europa gestiva l’euro”.
Da qui le preoccupazioni di Visco. “Certo l’Europa di oggi – ha ammesso l’ex ministro del Tesoro – non è certo quella che avevamo immaginato allora. Ma pensare, come fa Alberto Bagnai della Lega Nord, che si debba riconquistare la sovranità monetaria, magari in pieno conflitto con il resto d’Europa, è pericolosissimo. E poi c’è un altro rischio. Le posizioni di Savona sono, in modo radicale e suicida, antitedesche. Questo può creargli e crearci dei problemi”.
“Nessuno ha fatto il suo dovere – ha accusato Visco – non lo abbiamo fatto noi, che ci eravamo impegnati a ridurre il debito e non l’abbiamo fatto, e non l’ha fatto la Germania, attuando una politica nazionalistica, mercantilista, usando l’euro come un marco ‘svalutato’ per esportare”.
Visco ha poi duramente criticato il Pd salottiero di Matteo Renzi. “Noi entrammo nell’euro – ha sottolineato – per un motivo preciso, evitare il default ma i governi, nelle ultime legislature, non hanno realizzato i rischi del mancato completamento dell’Unione monetaria. Renzi ha fatto cose stravaganti, ma in sostanza ha chiesto flessibilità di bilancio per sprecare i soldi. Abbiamo lasciato sola la Grecia senza dire una parola, non abbiamo fatto una proposta. Il risultato si vede nelle elezioni: invece di occuparsi della povera gente, il Pd pensava ad andare nei salotti”.

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